Spagna, testa a testa tra Popolari e Socialisti

I primi exit poll hanno incoronato il Partito Popolare primo partito. Grande sconfitto il Psoe del primo ministro Pedro Sanchez. Incognita maggioranza assoluta

Spagna, testa a testa tra Popolari e Socialisti
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Le previsioni della vigilia sono state confermate. I primi exit poll hanno incoronato il Partito Popolare (PP) vincitore delle elezioni legislative spagnole. A meno di clamorose sorprese, la formazione di centrodestra guidata da Alberto Nunez Feijoo avrebbe ottenuto tra i 145 e i 150 seggi. Un risultato che, sommato al bottino di Vox (tra 24 e 27), basterebbe per raggiungere la maggioranza assoluta. Il Partito Socialista (PSOE) segue a distanza, fermo tra i 113 e 118 seggi, mentre il partito di sinistra Sumar non dovrebbe essere andato oltre i 28-31. Permane tuttavia l'incertezza della maggioranza assoluta, visto che altre proiezioni parlano di risultati diversi.

Partito Popolare in testa

Un sondaggio di Mediaset Espana, ha dato al PP la vittoria, e all'alleanza di destra la maggioranza assoluta. Un altro sondaggio, quello di Rtve (la tv pubblica), ha dipinto uno scenario diverso, dove la maggioranza non è assicurata neanche dall'alleanza con la destra estrema di Vox.

Secondo questi numeri, basati sul sondaggio condotto da Sigma Due, la somma delle destre è stimata tra 169 e 177 seggi, con 145-150 per il PP e 24-27 per Vox. La sinistra è ancora più lontana dalla maggioranza assoluta: il PSOE otterrebbe tra i 113 e i 118 seggi e Sumar tra i 28 e i 31 seggi. Il sondaggio GAD3 per Mediaset ha dato alla destra la maggioranza assoluta con 181 deputati, di cui 150 per il PP e 31 per Vox.

Volti sorridenti, intanto, nella sede nazionale dei popolari spagnoli alla chiusura della giornata di voto. Alla pubblicazione degli exit poll delle 20 si sono intraviste espressioni di soddisfazione tra alcuni dei dirigenti già arrivati nel loro quartier generale di Madrid per seguire i risultati. Fuori dalla sede intanto, fiato sospeso tra i simpatizzanti del partito già arrivati, con gli occhi incollati ai telefonini per studiare gli scenari ancora incerti dipinti dagli exit poll.

Il partito di Feijoo ha intanto celebrato quella che ha definito essere una "grande giornata elettorale". Il segretario generale del Pp, Cuca Gamarra, lo ha dichiarato alla tv spagnola, affermando che i popolari stanno per "recuperare la posizione di prima forza politica in un'elezione generale". E questo non succedeva dal 2015, ha detto. Vox ha fin qui evitato qualsiasi reazione ai sondaggi diffusi dopo la chiusura delle urne nelle elezioni generali anticipate. "Prudenza, aspettiamo i risultati finali", ha chiesto Ignacio Garriga, segretario generale di Vox.

Gli scenari possibili

Se fossero confermati i dati della tv pubblica, la destra spagnola potrebbe aver fallito nel suo obiettivo di dare la spallata al governo socialista e di archiviare per sempre l'odiato sanchismo. Nel caso in cui invece i dati reali daranno ragione a Telecinco, a Madrid, come in tanti altri Stati europei, l'alleanza tra popolari e ultraconservatori avrebbe sfondato. Un dato che se fosse confermato assumerebbe un significato fondamentale anche in vista del voto per l'Europarlamento dell'anno prossimo, una sorta di prova generale di un cambio di maggioranza anche a Bruxelles.

A sinistra, invece, secondo la Tv pubblica, il Psoe e Sumar avrebbero tra i 141 e 149 seggi, più o meno quelli ottenuti dal Pp, a cui però il blocco di sinistra potrebbe aggiungere - come ha già fatto nella scorsa legislatura - quelli ottenuti dai partiti locali, che tutti insieme valgono tra i 31 e i 34 seggi. Con questi numeri, Sanchez potrebbe aver vinto la sua scommessa: mandare al voto un Paese nella prima data possibile, il 23 luglio, con 40 gradi all'ombra, pur di evitare di essere messo sulla graticola per lunghi mesi dopo la scoppola elettorale delle amministrative del 28 maggio scorso.

Secondo i numeri di Telecinco, Feijòo sarebbe comunque costretto a governare con Vox, cosa che fa già in diverse regioni, ma potrebbe offrire alla Spagna un esecutivo autonomo, non più appoggiato dai partiti indipendentisti, catalani e baschi. Uno scenario che, come ha già annunciato Santiago Abascal nei giorni scorsi, potrebbe riaccendere la tensione, soprattutto in Catalogna, dove le concessioni di Sanchez ai più radicali avevano portato ad un clima meno teso e ad una convivenza meno complicata.

I numeri sull'affluenza

Scende il numero dei votanti in Spagna nel giorno delle elezioni generali: secondo quanto riporta la stampa spagnola, l'affluenza alle urne alle 18, quando mancano due ore alla chiusura dei seggi, era pari al 53,11%, quasi 4 punti al di sotto del dato di novembre 2019, quando alla stessa ora era pari al 56,85%.

In Catalogna si è registrata la più bassa affluenza alle urne nelle elezioni politiche del Paese. Lo si legge dai dati diffusi dalla Commissione elettorale di Madrid, che parlano di undici punti in meno rispetto al voto espresso alle urne nel 2019.

Questo calo potrebbe influire direttamente sulla riconferma del premier Pedro Sanchez, che confidava nel voto in Catalogna. Parte del movimento indipendentista aveva chiesto l'astensione alle elezioni generali, il che potrebbe spiegare il notevole calo del voto catalano

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