"Se la Russia ci attacca...". Ecco il piano di guerra della Nato

A Vilnius i leader dei Paesi membri della Nato hanno stilato un piano militare da 4.400 pagine per definire la risposta dell'Alleanza in caso di attacco russo

"Se la Russia ci attacca...". Ecco il piano di guerra della Nato
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La risposta della Nato ad un’eventuale attacco della Russia è scritta, nera su bianco, in un corposo piano militare formato da 4.400 pagine. In occasione del recente vertice di Vilnius, in Lituania, i leader dei Paesi membri dell’Alleanza atlantica avrebbero confermato uno specifico piano operativo, volto a proteggere e difendere i luoghi critici nell'area dell'Organizzazione, in vista di un ipotetico worst case scenario.

Il piano della Nato

Tra i punti chiave del piano, secondo quanto riportato dalla Bild ci sarebbe il fatto che il Comandante Supremo dell'Alleanza in Europa (Saceur) - ruolo che attualmente ricopre il generale Usa Cristopher Cavoli - "in caso di minaccia potrà prendere alcune decisioni senza consultare le strutture dell'Alleanza". La Germania ricoprirebbe invece "un ruolo chiave come hub logistico" mentre altri soldati verrebbero schierati sul fianco est dell’Europa.

Questo non significa che Mosca lancerà necessariamente un attacco contro la Polonia o gli Stati baltici. Semplicemente, quella che fino a pochi anni fa era considerata un’ipotesi quasi fantascientifica è improvvisamente diventata più realistica che mai in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.

Per evitare sorprese, la Nato ha così approvato dettagliati piani difensivi da implementare di fronte a qualsiasi necessità. "Gli alleati hanno approvato i piani di difesa più completi dalla fine della Guerra Fredda", ha, non a caso, dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Il fattore Russia

Nella loro dichiarazione al vertice di Vilnius, i capi di Stato e di governo hanno descritto la situazione attuale in termini cupi . "La pace nell'area euro-atlantica è stata distrutta", si legge nel comunicato congiunto e la Russia è diventata "la più grande e immediata minaccia alla sicurezza degli alleati e alla pace e stabilità nell’area euro atlantica".

Secondo fonti militari, le manovre della Nato corrisponderebbero alle strategie che esistevano durante la Guerra Fredda. Allora, tuttavia, la geografia era diversa, e ogni risposta era pianificata in primis nel caso in cui la Germania dell’Ovest avesse subito un attacco dai territori della Germania dell’Est e della Cecoslovacchia. Oggi, invece, sono particolarmente minacciati gli Stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania.

Modello di allerta

Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha affermato a Vilnius che le misure per aumentare la deterrenza e la difesa sono state uniche "sotto ogni aspetto dall'inizio della Guerra Fredda". Il politico SPD ha menzionato un'assegnazione di regioni ai singoli partner dell'Alleanza, piani per le unità militari schierate e anche un "modello di allerta".

"Ogni membro della Nato sa cosa deve fare e in quale situazione è necessario", ha spiegato Pistorius, secondo i media tedeschi. La Germania, come detto, assumerebbe un "ruolo chiave" grazie alla sua posizione geografica, che la rende di fatto il polo logistico in Europa dell'Alleanza. "Tutto ciò che va da ovest a est deve passare per la Germania", ha detto ancora Pistorius.

I piani devono essere attuati con l'aiuto di una nuova struttura delle forze armate. Per la cronaca, era già noto che 300.000 soldati avrebbero dovuto essere tenuti in attesa per eventuali future missioni Nato.

I nuovi piani prevedono inoltre che le unità rimarranno generalmente di stanza nei rispettivi Paesi di origine, ma saranno assegnate a territori specifici. Se necessario, le suddette forze saranno trasferite nelle rispettive aree per garantirne la protezione.

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