
Gli Stati Uniti hanno inviato la loro portaerei a propulsione nucleare, la Uss Carl Vinson, in Corea del Sud. Il tempismo non è certo casuale, visto che la nave di Washington è arrivata nel porto di Busan pochi giorni dopo gli ultimi missili da crociera lanciati da Pyongyang per testare e dimostrare le sue capacità di contrattacco. Chiaro il messaggio che Donald Trump ha inviato a Kim Jong Un: l'alleanza militare tra gli Usa e Seoul è solida, i due Paesi non sono per niente spaventati dalle persistenti minacce nordcoreane e, anzi, intendono ulteriormente rafforzare l'interoperabilità delle loro risorse. La Carl Vinson è tra l'altro la prima portaerei americana ad approdare in Corea del Sud dallo scorso giugno, in una mossa destinata a irritare il Nord, che considera gli schieramenti temporanei di asset militari statunitensi come gravi minacce alla sua sicurezza.
La portaerei Usa in Corea del Sud
L'arrivo della Uss Carl Vinson e del suo gruppo d'attacco al porto meridionale di Busan si propone di "mostrare la solida alleanza militare tra Usa e Corea del Sud di fronte alle persistenti minacce del Nord e di aumentare anche la interoperabilità delle risorse combinate degli alleati", ha riferito la Marina di Seoul in una nota. Dal suo ritorno alla Casa Bianca, Trump ha affermato che avrebbe contattato il leader nordcoreano Kim per rilanciare i rapporti diplomatici. La Corea del Nord non ha risposto direttamente all'apertura del tycoon, e per giunta le presunte ostilità guidate dagli Stati Uniti contro Pyongyang si sono intensificate con il ritorno al potere di The Donald.
Alla nave a propulsione nucleare appartenente al Carrier Strike Group One si sono uniti l'incrociatore lanciamissili USS Princeton e il cacciatorpediniere lanciamissili USS Sterett. "La nostra presenza qui a Busan dimostra chiaramente la forte alleanza tra la Repubblica di Corea e gli Stati Uniti e la nostra opportunità di addestrarci e operare insieme ai nostri alleati", ha dichiarato il contrammiraglio statunitense Michael S. Wosje, comandante del Carrier Strike Group One. "Ogni opportunità che abbiamo di navigare e volare insieme ci rende più forti insieme", ha aggiunto Wosje secondo quanto riferito dalla Reuters.
Cosa succede in Corea
Le intelligence di Seoul, Washington e Kiev, intanto, continuano a monitorare le mosse di Kim. Un alto funzionario dell'intelligence militare ucraina, Andriy Cherniak, ha riferito che la Corea del Nord, con le capacità di combattimento che i suoi militari stanno acquisendo in Russia, può diventare una minaccia ancora più pericolosa per la sicurezza in Asia. "I soldati nordcoreani hanno subito gravi perdite all'inizio, ma stanno imparando molto bene e rapidamente le tattiche di guerra moderna in combattimento" e "stanno diventando molto professionali", ha detto Cherniak alla rivista Nikkei Asian Review, spiegando che si stanno addestrando nell'uso dei droni. Cherniak ha affermato che Pyongyang potrebbe inviarne fino a 150 mila e che se anche solo mille tornassero vivi, "potrebbero diventare istruttori".
Nei giorni scorsi la Corea del Nord ha effettuato un lancio di prova di missili da crociera strategici nel mar Giallo, in un'esercitazione finalizzata a mostrare le sue capacità di "contrattacco". Kim, che ha supervisionato le operazioni, ha detto di ritenere che "una potente capacità di attacco è la più perfetta deterrenza e difesa" e che "è responsabilità delle forze nucleari difendere la sovranità e la sicurezza nazionale" del Paese. Il test, secondo i dettagli forniti dall'agenzia statale Kcna, ha visto i missili volare per 130 minuti sulla traiettoria di 1.
587 chilometri prima di "colpire con precisione i bersagli". Le operazioni hanno avuto lo scopo di avvertire i nemici dello Stato eremita sulle sue "capacità di contrattacco in qualsiasi spazio e della prontezza dei suoi vari mezzi per operazioni nucleari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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