Qatargate, la mossa scontata di Doha: ora nega ogni accusa 

Il Qatar respinge ogni addebito sullo scandalo che riguarda Panzeri e Kaili. Ma Gentiloni accusa Doha

Qatargate, la mossa scontata di Doha: ora nega ogni accusa 

"Il Qatar respinge ogni addebito sulla cattiva condotta di cui l'emirato arabo è accusato nel quadro dello scandalo che sta sconvolgendo l'Unione Europea. Lo Stato del Qatar respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta": è la dichiarazione di un portavoce del governo del Paese del Golfo inviata per e-mail a Politico.eu che ha provato a contattare le autorità di Doha sull'inchiesta corruzione al Parlamento europeo che sta portando avanti la procura di Bruxelles. Nel quadro dell'inchiesta sono stati ad ora arrestati volti noti della politica europea come l'ex eurodeputato del Partito Democratico Antonio Panzeri e la vicepresidente socialista dell'emiciclo di Strasburgo, la greca Eva Kaili.

L'inchiesta, lo ricordiamo, riguarda le presunte pressioni politiche e le tangenti diplomatiche pagate dal Qatar per ripulire l'immagine dell'emirato del Golfo agli occhi delle autorità comunitarie. Per il Paese si tratta di una fase delicata, quella in cui il Qatar è entrato nel radar dei media, degli attivisti e dei politici europei per l'avvicinamento al Mondiale di calcio. Le accuse riguardano presunti reati di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro finalizzate a un diretto lobbying politico.

Giusto poche settimane fa Kaili, imputata di maggior peso politico nello scandalo, aveva definito il Qatar un "capofila nei diritti dei lavoratori" dopo aver incontrato il ministro del Lavoro del paese, nonostante le profonde preoccupazioni internazionali sulle condizioni dei lavoratori della costruzione degli stadi. Certo, la procura di Bruxelles formalmente non ha ancora fatto il nome di Doha ma il profilo che nasce dalle carte consultate da Politico.eu punta proprio nella direzione del Qatar: "Per diversi mesi, gli investigatori della polizia giudiziaria federale sospettano che un paese del Golfo abbia influenzato le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo", si legge nel verbale di arresto.

Del resto, un esponente di peso dei socialisti europei come Paolo Gentiloni non ha avuto remore nel definire il Qatar il Paese nel mirino. Parlando a Mezz'ora in più l'ex premier, oggi Commissario europeo agli Affari economici, ha definito il Qatargate "una vicenda vergognosa ed intollerabile, anche perchè le condizioni di lavoro in Qatar erano sotto gli occhi di tutti negli ultimi anni proprio per via dei Mondiali di calcio", aggiungendo che sarebbe gravissimo "se le accuse venissero confermate", perché "si tratterebbe di esponenti del parlamento ed ex parlamentari che avrebbero ricevuto dei soldi per chiudere gli occhi sulle condizioni di lavoro".

Per l'Ue si rischia un danno di reputazione molto serio e Gentiloni ha voluto rispondere in un certo senso al diniego del Qatar.

Paese che torna sotto i riflettori in senso negativo nei giorni in cui anche gli Usa aprono un faro sul Paese dopo la morte sospetta del giornalista Grant Wahl, a detta del fratello Eric morto non per un malore ma per un intervento delle autorità di Doha che contestavano del cronista sportivo le posizioni pro-Lgbt e a favore dei diritti dei lavoratori. Una doppia tegola che arriva proprio nei giorni in cui, con l'avvicinamento alla fine del Mondiale, l'attenzione sul Paese, il cui governo prova a uscire dall'angolo, si fa più forte.

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