Inclusione a senso unico. È così che i più scettici definiscono quanto sta accadendo in Europa, dove le comunità di fede islamica stanno conquistando sempre più spazi. Una conquista non violenta ma autorizzata, concessa e promossa dalle comunità cattoliche, che non sembrano capire quali possano essere i rischi di una tale e totale apertura. C'è chi parla di sottomissione e chi di invasione, ma qualunque cosa stia accadendo in Europa, nessuno avrebbe mai pensato di vedere la celebrazione dell'Iftar all'interno di una delle cattedrali simbolo della Chiesa anglicana d'Inghilterra. Invece, è ciò che è successo a Bristol, nell'Inghilterra sud-occidentale, tra le proteste dei fedeli cristiani.
L'Iftar è il pasto serale consumato dagli islamici nel mese del Ramadan, celebrato dopo aver recitato la preghiera salat al-Maghrib. Di solito, questo è un momento in cui la comunità si riunisce per trascorrere del tempo insieme prima di un nuovo digiuno ma giovedì scorso, a Bristol, questo momento così importante nell'ambito del Ramadan è stato celebrato all'interno della cattedrale. Non una chiesa sconsacrata della città ma la Cathedral Church of the Holy and Undivided Trinity, fondata nel 1140 come abbazia di Sant'Agostino, sede vescovile dal 1542 per volontà di re Enrico VIII d'Inghilterra.
In un luogo così sacro e importante per l'anglicanesimo, giovedì sera centinaia di fedeli musulmani si sono seduti per terra per consumare il proprio pasto dopo la preghiera islamica. L'evento è stato organizzato da Muslims4Bristol in collaborazione con Bristol Cathedral and Bridges for Communities. "È un grande messaggio per il resto del mondo che Bristol sia unita, indipendentemente dalla fede, dal colore o dal background", ha dichiarato Busharat Alile, che fa parte del comitato organizzatore. Le proteste della comunità anglicana inglese e dei conservatori sono state vibranti e in tanti si chiedono se mai si potrà vedere un evento cristiano all'interno di una moschea.
La risposta, ovviamente, è nota a tutti e per questo motivo ci si domanda se questa spinta alla sottomissione e alla concessione totale, ammainando le tradizioni europee ed estirpando le radici in nome dell'accoglienza sia la strada giusta.
La convivenza è un obiettivo alto e ambizioso, ma battere in ritirata facendo in modo che una nuova cultura riempia gli spazi volontariamente lasciati liberi da un'ideologia progressista e senza capacità di comprendere quali possano essere le implicazioni, spalanca le porte a un futuro incerto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.