Convocato l'ambasciatore italiano in Iran. Cosa è successo

L'ambasciatore italiano a Teheran è stato convocato dal ministero degli Esteri iraniano a causa della recente partecipazione di Maryam Rajavi, leader del movimento dissidente Mujahedin Khalq Organization, ad un evento presso il parlamento italiano

Convocato l'ambasciatore italiano in Iran. Cosa è successo
00:00 00:00

L’ambasciatore italiano in Iran, Giuseppe Perrone, è stato convocato dal ministero degli Esteri di Teheran. Il motivo è da collegare alla decisione dell’Italia di ospitare Maryam Rajavi, leader del movimento dissidente Mujahedin Khalq Organization - Mojahedin del popolo iraniano (Mko) - ritenuto terrorista da Teheran – ad un evento presso il parlamento italiano. "Ospitare una criminale terrorista significa incoraggiare e promuovere il terrorismo e la Repubblica islamica non tollererà mosse di questo tipo in alcuna forma da parte di nessuno ed esprime una seria condanna", ha detto al diplomatico italiano Majid Nili Ahmadabadi, il direttore per gli Affari europei presso il ministero di Teheran, chiedendo al governo di Roma di "evitare di trasformare il Paese in un rifugio per terroristi".

La protesta dell’Iran

Il ministero degli Esteri di Teheran ha dunque convocato Perrone per protestare contro la riunione "tra membri del Parlamento italiano e una terrorista anti Iran", ha riferito l’agenzia iraniana Irna, secondo cui il direttore Ahmadabadi ha chiesto all'Italia di rispettare i suoi obblighi internazionali nella "lotta contro il terrorismo".

Teheran ha quindi esortato il governo italiano a "dimostrare la propria serietà", facendo presente che "il sostegno al terrorismo non garantirà gli interessi dell'Italia nel beneficiare di legami costruttivi con l'Iran" e che "una simile mossa danneggerà gravemente l'immagine della Repubblica italiana agli occhi dell'opinione pubblica".

L’invito di Maryam Rajavi

La scintilla che ha generato l’incendio diplomatico tra Teheran e Roma è da ricercare nella partecipazione del presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (Cnri, braccio politico del gruppo dissidente in esilio Mujaheddin del popolo), Maryam Rajavi, ad un incontro organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, dove è stata accolta dal segretario generale della Fondazione, Andrea Cangini, e dal presidente della Commissione per le politiche dell'Unione europea del Senato, Giulio Terzi di Sant'Agata.

"I Paesi che si disperano per il tragico destino delle donne iraniane dovrebbero sospendere ogni tipo di relazione commerciale con l'Iran, soprattutto quelle riguardanti i settori bancario e petrolifero, di conseguenza al loro giusto sentimento di democrazia e libertà", ha detto Rajavi, sottolineando che "il 90 per cento dei proventi di queste attività finanzia il regime dei pasdaran (il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica), che a sua volta finanzia il terrorismo in giro per il mondo, oltre che la guerra di Putin contro il popolo ucraino e i valori occidentali".

Inoltre, la presidente del Cnri ha affermato: "Arriverà presto il momento in cui il regime cadrà e Teheran conoscerà la democrazia, la parità tra uomo e donna, la separazione tra Stato e Chiesa, la libertà di stampa, il pluralismo politico e la fine della pena di morte", aggiungendo che "solo nelle ultime 24 ore in Iran sono state eseguite 13 condanne capitali".

Che cos’è la Mujahedin Khalq Organization (Mek)

Il Mujahedeen-e-Khalq, un gruppo di resistenza iraniano in esilio, continua a suscitare polemiche nonostante sia stato rimosso dalla lista del terrorismo statunitense. Come ha sottolineato il Council of Foreign Relations, stiamo parlando di un controverso gruppo di resistenza iraniano, una volta era elencato come organizzazione terroristica straniera dagli Usa per la sua presunta uccisione di personale statunitense in Iran durante gli anni '70 e per i suoi legami con l'ex leader iracheno Saddam Hussein.

Riconoscendo il rifiuto della violenza da parte del gruppo, il Dipartimento di Stato ha rimosso il Mek dalla lista alla fine del 2012. Il Mek ha aiutato gli islamisti a rovesciare lo scià sostenuto dall'Occidente nel 1979, ma ha rotto violentemente con i religiosi poco dopo la rivoluzione ed è stato costretto all'esilio in Francia nel 1981.

Il Mek è stato a lungo guidato congiuntamente dal team di marito e moglie Massoud e Maryam Rajavi, ed è ritenuto il più grande gruppo militante di opposizione iraniana impegnato nel rovesciamento della Repubblica islamica.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica