"Vengono saccheggiati dai gangster". I camion di aiuti per Gaza nel mirino della malavita palestinese

Un racket per lucrare sugli aiuti umanitari che vengono sequestrati dopo aver attraversato i valichi di confine. È questo l'ultima atrocità che affligge la Striscia di Gaza

"Vengono saccheggiati dai gangster". I camion di aiuti per Gaza nel mirino della malavita palestinese
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Le rotte di aiuti umanitari diretti a Gaza sono soggette all'interdizione e alla razzia da parte di bande che pretendono di gestire il "traffico" degli aiuti diretti nell'exclave palestinese con quello che viene riportato come "tacito permesso dell'Esercito israeliano". Un ulteriore atto di violenza sconsiderata e spregiudicata che si aggiunge alla straziante condizione della Striscia di Gaza, dove la popolazione palestinese, perenne vittima collaterale delle ambizioni terroristiche di Hamas, è messa a durissima prova dall'operazione militare israeliana.

Dietro la crisi umanitaria che sta affamando la popolazione della Striscia di Gaza ci sono molti volti; tra questi, quello di Yasser Abu Shabab, capo di uno dei gruppi criminali che saccheggiano gli aiuti destinati alla popolazione e hanno il potere di bloccare le strade percorse dai convogli umanitari. Secondo quanto si apprende, negli ultimi mesi gruppi criminali stanno sviluppando un "lucroso commercio" basato sul furto dei camion carichi di aiuti diretti nei territori palestinesi. Solo la scorsa settimana 97 dei 109 camion delle Nazioni Unite sono "andati persi".

Considerato come il più noto "gangster" di questo settore della striscia di Gaza, Abu Shabab era stato dato per morto dopo un agguato lanciato contro il gruppo di saccheggiatori di un convoglio di camion carichi di aiuti delle Nazioni Unite, ma secondo quanto ripotato dal Financial Times, il boss della criminalità palestinese di origini beduine sarebbe sopravvissuto.

Un crimine sotto gli occhi dell'Idf

Funzionari umanitari e trasportatori palestinesi hanno affermato che i gruppi criminali in questione agiscono con il "tacito permesso dell'esercito israeliano", o meglio con quello che un promemoria delle Nazioni Unite definisce: "la benevolenza passiva, se non attiva" dell'Idf, dal momento che le azioni e depositi di aiuti rubati vengono "trascurati" dai droni di sorveglianza israeliani.

Questi gruppi sono guidati da detenuti evasi e si basano sul concetto di clan familiare simile a quello di Cosa Nostra. Pesantemente armati, i gruppi criminali come quello guidato da Yasser Abu Shabab - che sta accentrando il suo potere nello schema di su questo meschino traffico - possono tranquillamente sfidare le autorità di Gaza. Dal momento che operano esclusivamente lungo il confine nella zona militare controllata dagli israeliani. Gli unici che potrebbero opporsi al traffico ma sembrano "disinteressarsene" secondo le fonti consultate dal Financial Times. L'aera interessata è sempre "oltre la portata della polizia rimanente di Gaza", nella "zona rossa" che è off-limits per la maggior parte dei palestinesi a causa della presenza delle truppe israeliane.

Lo schema criminale nel mezzo di una guerra

Il racket segue uno schema criminale abbastanza banale, e si basa sulla capacità di accumulare i beni saccheggiati - come farina, cibo in scatola, coperte e medicine - dai convogli che vengono intercettati subito dopo aver attraverso il valico di Kerem Shalom, per rivenderli a prezzi proibitivi alla popolazione attraverso degli intermediari. I camion invece vengono restituiti solo dopo il versamento di un riscatto.

Ci troviamo di fronte a un'ulteriore piaga che si abbatte sulla già disperata condizione dei palestinesi, che hanno assistito al crollo del flusso di aiuti dopo l'invasione di Rafah da parte delle forze di difesa israeliane, ancora impegnate a rastrellare il settore meridionale della Striscia per eliminare ciò che resta di Hamas. Lasciando tuttavia nel totale impasse la crisi degli ostaggi, che non trova una risoluzione né ha assistito negli ultimi mesi a operazioni decisive che hanno condotto alla loro "liberazione".

Secondo Israele dietro questo traffico si celano sempre e comunque la responsabilità e gli interessi di Hamas.

Altre entità sottolineano come i saccheggi ai convogli abbiano "messo i gruppi armati in contrasto con il gruppo militante". Quale che sia la verità, queste azioni criminose ai danni dei convogli umanitari rimangono uno strumento di pressione che ha come vittime i civili palestinesi.

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