"Ora pulisce i bagni". Pistorius vuole venire in Italia

Il manager di Oscar Pistorius, l'ex atleta sudafricano che dieci anni fa uccise la fidanzata la notte di San Valentino, ha raccontato come si svolge la sua vita in carcere e i progetti di quando tornerà ad essere un uomo libero

"Ora pulisce i bagni". Pistorius vuole venire in Italia

Dalle stelle alle stalle: era diventato l'esempio della caparbietà e del successo per i diversamente abili e agli occhi di tutto il mondo, poi la follia nella notte di San Valentino di 10 anni fa che gli ha cambiato per sempre la vita con l'uccisione a colpi di pistola della fidanzata Reeva Steenkamp. L'ex velocista sudafricano Oscar Pistorius, medaglia d'oro nei 100, 200 e 400 metri piani vive in carcere ormai da anni (condanna a 13 anni e 5 mesi) anche se potrebbe presto uscire e ottenere la libertà vigilata.

"Non correrà più"

Aveva un fisico d'acciaio, adesso è senza quasi senza capelli ed è molto più magro: lo ha dichiarato in un'intervista a Repubblica il vecchio manager Peet Van Zyl, tra i due c'è ancora un rapporto e lui va a trovarlo quando può. "E soprattutto fuma, una sigaretta dopo l’altra, nevroticamente. Prima non aveva questa abitudine. Con me commenta le notizie sull’atletica, è ancora molto appassionato del suo sport. Anche se me lo ha detto chiaramente", ha detto. La nuova vita tra le sbarre trascorre con la pulizia dei bagni della struttura, "il suo lavoro è quello" ha aggiunto Van Zyl ma soprattutto sa "che non tornerà più a correre. Ha 36 anni, la sua carriera è finita. Si rende conto che ha sbagliato e distrutto molte vite, anche la sua. Tutto finito".

Il nuovo futuro

Dei 13 anni e 5 mesi comminati dalla Suprema Corte di Johannesburg ne sono passati più della metà: ciò significa che tra pochi anni Pistorius sarà nuovamente un uomo libero. Lontano dalle piste d'atletica e dal suo sport, la sua passione di vita, ha in mente di diventare immobiliarista occupandosi di proprietà e di case. "In carcere si è messo a studiare business administration e settore immobiliare", ha raccontato il manager. Come detto, l'uscita per liberà vigilata potrebbe avvenire nei tra febbraio e marzo "ma dipende da vari fattori e pareri. Condizione essenziale era che lui incontrasse i genitori di Reeva Steenkamp. Lo ho fatto a giugno: ha visto solo il padre, la madre non ha voluto. C’è molta politica dietro a queste decisioni. E una forte opposizione dei gruppi femministi".

La notte dell'orrore

Il sodalizio tra i due nacque nel 2005 ma inizialmente Van Zyl rifiiutò perché l'atleta voleva condividere l'attività agonistica anche con la gestione del padre. Nel 2006, invece, decise di affidarsi soltanto al manager ma dopo le Olimpiadi di Londra del 2012 il successo gli diede alla testa. "Ha iniziato a frequentare gente di malaffare, a girare con auto lussuose, lo invitavano a feste, viaggi, presentazioni. Roba che non c’entra con lo sport". L'ossessione per la sicurezza gli fece comprare una pistola che portava sempre con sé, la stessa con la quale uccise la fidanzata: quella notte il telefono del manager squillò in piena notte, chiamante Pistorius ma in realtà dall'altra parte del telefono c'era la figlia dell’amministratore del condominio di villette dove viveva il corridore. "Era agitata. Parlava di un corpo nel bagno, di sangue. Sul momento ho capito che avevano sparato a Oscar".

E invece no: era lui che fuori di testa aveva sparato mortalmente: in quella notte non ha mai più parlato con il suo manager-amico che gli ha promesso che "quando sarà uscito dalla prigione, senza nessuno attorno, io e lui soli, spero di avere una spiegazione".

Tra i desideri della futura libertà di Pistorius c'è il nostro Paese, l'Italia, che vuole tornare a visitare: l'allenamento veniva svolto in Friuli Venezia-Giulia nella località di Gemona. Tutto dipenderà, però, dalla possibilità di riavere il suo passaporto per viaggiare, ipotesi al momento molto remota.

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