I punti chiave
Alta tensione a Parigi intorno alla rue d'Enghien e il Faubourg Saint-Martin, la zona dove è avvenuta la sparatoria che ha portato alla morte di almeno tre persone nei pressi di un centro culturale curdo. Nel quartiere sono andate in scena violenze e scontri tra alcuni membri della comunità curda, riuniti in strada per gridare la loro rabbia, e la polizia. Oltre che nella capitale anche a Marsiglia, nel Sud della Francia, si sono verificati tafferugli tra manifestanti curdi e le autorità, intervenute dopo che circa 150 persone si erano radunate in una marcia non autorizzata tra La Canebière e la prefettura.
Scontri a Parigi
Una parte della manifestazione spontanea è degenerata in guerriglia urbana, con fischi, roghi in strada e perfino lancio di oggetti, con protagonista la parte più facinorosa dei dimostranti. Le forze dell'ordine, in tenuta antisommossa, hanno risposto lanciando lacrimogeni. Secondo BFMTV, i manifestanti protestano contro il governo e il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, per non aver garantito la protezione della comunità curda di Parigi.
Le emittenti televisive francesi hanno mostrato una sassaiola da parte dei residenti locali ai danni della polizia. I manifestanti hanno intonato dei canti curdi e slogan contro la Turchia. E, quel che è peggio, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nelle prossime ore. Le Monde ha scritto infatti di un raduno, previsto per domani, a Place de la Rèpublique per commemorare le vittime, organizzato dal Consiglio democratico curdo di Francia (Cdkf). Sempre Le Monde, parla di 11 agenti feriti negli scontri; per BFMTV sarebbero 5.
Cosa chiedono i curdi
"A seguito dell'attacco terroristico perpetrato oggi contro la nostra sede, chiediamo una grande manifestazione domani, alle 12:00, a Place de la Rèpublique a Parigi", ha annunciato su Twitter il Cdkf. I curdi non sono stati soddisfatti dalle parole del ministro Darmanin e, evidentemente, non si sentono protetti dallo Stato francese.
"Chiediamo a tutti di denunciare questo spregevole attacco radunandosi ora davanti al 16 di rue d'Enghien. Inoltre, vi invitiamo a partecipare a una veglia notturna che si svolgerà questa notte, nei nostri locali, per protestare contro questo attacco terroristico e per rendere omaggio ai militanti curdi assassinati", hanno aggiunto gli attivisti. Il rischio di nuovi scontri è altissimo.
Rabbia sociale
Che in Francia la rabbia sociale abbia raggiunto vette elevate è un fatto tristemente noto e risaputo. Del resto, basta dare un'occhiata al disagio presente in molte banlieu. L'ennesima dimostrazione delle profonde spaccature che attraversano la società francese si è però palesata nel XX arrondissement della capitale. "Un gruppo di persone carica la polizia e lancia oggetti. La manifestazione pacifica è degenerata", ha raccontato il cronista di Le Parisien in presa diretta.
L'arrivo di Gérald Darmanin sul posto ha letteralmente trasformato l'atmosfera. Gli incidenti sono iniziati quando la folla si è imbattuta in un cordone di forze di sicurezza a protezione del ministro dell'Interno, giunto in loco per fornire un aggiornamento sulle indagini e parlare con i giornalisti. I proiettili sono volati in rue du Faubourg Saint-Denis verso la polizia, che ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
L'escalation è stata improvvisa.
I membri della comunità curda avrebbero lanciato ruote di biciclette, cartelli stradali, pezzi di legno e soprattutto sassi, contro la polizia e le vetrine dei negozi presenti. Inevitabile la reazione delle forze dell'ordine nel tentativo di riportare la calma. Un intervento, questo, che ha tuttavia generato ulteriore violenze.Les forces de l’ordre progressent rue du Faubourg Saint-Denis à #Paris direction Gare de l’Est. Ils tentent de disperser un groupe de personnes. Des feux brûlent le long de l’artère. Tous les commerces ont baissé leur rideau. Pas encore d’accalmie @LeParisien_75 pic.twitter.com/LfSSINtBNn
— Paul Abran (@abran_paul) December 23, 2022
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