"Sono agenti del Mossad". Raffica di arresti in Turchia: 33 persone in manette

Le autorità turche hanno emesso mandati d'arresto per 46 persone, di cui 13 sono ancora in fuga. L'accusa è di aver pianificato il rapimento di stranieri nel Paese, compresi membri di Hamas

"Sono agenti del Mossad". Raffica di arresti in Turchia: 33 persone in manette
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Il sultano ha fatto la prima mossa contro Israele. Le forze di sicurezza turche hanno fermato 33 persone in otto province con l’accusa di aver svolto attività di spionaggio a favore del Mossad. Stando a quanto riferito dai media locali, le autorità di Ankara hanno emesso mandati d’arresto per 46 sospettati, di cui non è stata ancora specificata la nazionalità. Sono ancora in corso le ricerche di 13 soggetti in fuga.

L’accusa rivolta a queste persone è di essere coinvolte in un piano dei servizi segreti di Tel Aviv per prendere di mira e rapire gli stranieri in Turchia, compresi membri di Hamas, e di lavorare per ottenere informazioni riguardo ai palestinesi presenti nel territorio dello Stato. L’agenzia di stampa ufficiale Anadolu ha affermato che i compiti dei 33 sospettati finiti in manette comprendevano anche operazioni di ricognizione e che tutti gli arresti sono stati effettuati attorno all’area di Istanbul. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha recentemente lanciato un forte avvertimento a Israele, affermando che avrebbe pagato un “prezzo pesante” nel caso in cui avesse tentato di prendere di mira i leader dell’organizzazione terroristica di Gaza sul suolo turco. “Chiunque pensi di fare una cosa del genere non dovrebbe dimenticare che le conseguenze saranno disastrose”, aveva dichiarato il sultano in risposta alle affermazioni del capo dello Shin Bet, il generale Ronen Bar, il quale aveva riferito che erano state impartite “istruzioni” per eliminare i leader di Hamas in qualsiasi parte del mondo.

Questo episodio è un ulteriore colpo alle relazioni tra Ankara e Tel Aviv, che si sono continuamente deteriorate dallo scoppio della guerra nella Striscia. Il 27 dicembre, Erdogan ha paragonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Hitler e, commentando le immagini diffuse sui social network di prigionieri palestinesi nudi e legati, radunati in uno stadio vuoto, ha affermato che le forze delle Idf “hanno radunato i prigionieri nello stadio come fossero in campi di concentramento nazisti”. Il primo ministro dello Stato ebraico ha risposto di non accettare prediche “da chi commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime”. Nel corso dei mesi, il presidente turco ha anche minacciato un possibile intervento militare a Gaza e ha ribadito più volte la sua intenzione di far finire a processo Netanyahu “come un criminale di guerra” davanti ai tribunali internazionali.

In passato, Erdogan è stato accusato più volte di aver finanziato attività illegali di Hamas e molti ritengono che il denaro di Ankara sia stato destinato al rafforzamento delle infrastrutture dei terroristi nell’exclave palestinese.

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