Si riaccende la speranza di trovare vive le persone all'interno del sottomarino Titan del quale non si hanno più notizie ormai da due giorni: la Guardia Costiera degli Stati Uniti ha fatto sapere che le squadre di soccorso impegnate nella ricerca del sommergibile nel Nord Atlantico hanno rilevato dei suoni simili a "colpi ritmici" nell'area in cui il mezzo aveva smesso di dare segnali. "L'aereo canadese P-3 ha rilevato rumori sottomarini nell'area di ricerca. Di conseguenza, le operazioni dei Rov (veicoli telecomandati, ndr) sono state trasferite nel tentativo di esplorare l'origine di tali rumori", ha twittato il Primo distretto della Guardia costiera americana.
Le ricerche in mare
Nonostante questa flebile speranza e questi segnali, le ricerche dei Rov "hanno dato esito negativo ma continuano", viene aggiunto nelle dichiarazioni. Questi rumori captati dall'area canadese avverrebbero con una costanza di ogni 30 minuti circa. "Quattro ore dopo è stato dispiegato un ulteriore sonar e si sentivano ancora dei colpi", è il contenuto di una mail interna inviata ai funzionari del Dipartimento per la sicurezza interna degli Usa. Non viene chiarito, però, a quante ore fa risalgono questi rumori e quali sarebbero le cause. Come abbiamo visto sul Giornale.it, tra le ipotesi più accreditate alla base della sparizione può esserci stato un problema tecnico che abbia danneggiato il sottomarino o compromesso del tutto le capacità di tornare in superficie.
La durata dell'ossigeno
Nelle ultime 48 ore è stato dispiegato un numero di soccorsi enorme: si va da attrezzature e imbarcazioni nuove come i veicoli di recupero dei sottomarini ma anche alle camere iperbariche. E poi, come ricorda il The Guardian, la marina americana ha inviato un sistema di salvataggio in acque profonde chiamato Fadoss progettato per fornire "capacità di sollevamento affidabile nell'oceano profondo fino a 60mila libbre (27.200 kg) per il recupero di oggetti affondati grandi, ingombranti e pesanti come aerei o piccole navi", spiegano i tecnici. Le speranze delle cinque persone a bordo sono appese a un filo: la possibilità di rimanere con l'ossigeno sufficiente potrebbe esaurirsi poco dopo le ore cinque degli Stati Uniti orientali di domani, giovedì 22 giugno (le ore 11 in Italia) come ha reso noto la Guardia Costiera statunitense. Adesso, insomma, è una lotta contro il tempo.
Il pensiero dell'esperto
Sull'argomento è intervenuto l'esperto pilota di sottomarini, Fernando Cugliari di Giacomo Talignani. "Le speranze non sono appese al filo, ma ai conti. Se i soccorritori della Guardia costiera di Usa e Canada hanno calcolato bene una serie di fattori, dal punto in cui si è inabissato il Titan alle correnti, allora resta una remota chance di ritrovare il mezzo scomparso e forse anche i membri dell'equipaggio in vita", ha dichiarato a Repubblica. A questo punto delle ricerche del Titan, tutto dipende da "come si sono mossi i sonar, quanta area di mare hanno scandagliato e per quanto tempo ci hanno lavorato. Solo se forniranno la prova di aver trovato qualcosa là sotto, allora l'uso dei Rov (il robot sottomarino operato a distanza, ndr) avrà senso", ha aggiunto.
Secondo quanto riportato dai media americani, fino a questo momento è stata passata a setaccio dagli aerei statunitensi e canadesi un'area di oltre 25.900 chilometri quadrati di mare secondo le dichiarazioni del apitano della Guardia Costiera statunitense, Jamie Frederick. Se trovano qualcosa "ti fornisce le coordinate con un punto esatto su dove potrebbe essere il sottomarino.
Solo allora vale la pena di usare il Rov", ha spiegato Cugliari, in pratica quel che sta succedendo in questi frangenti. "Mandare un Rov senza un ritorno specifico dai sonar sarebbe come calare l'ago in un pagliaio. Normalmente lo si usa solo se si ha certezza di dove è l'oggetto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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