Sottomarino disperso verso il Titanic: cosa può essere successo

Alistair Greig, accademico della University College London, ha cercato di ricostruire gli scenari più probabili

Sottomarino disperso verso il Titanic: cosa può essere successo
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Sono ancora tante le domande senza risposta relative alla sparizione del sottomatino Titan, di cui si sono perse le tracce nelle acque dell'Oceano Atlantico nel corso della serata di domenica 18 giugno. Stando a quanto comunicato in conferenza stampa da un portavoce della guardia costiera statunitense, per il momento le ricerche non hanno prodotto alcun risultato: l'uomo ha inoltre aggiunto che ai cinque passeggeri a bordo restano ancora circa 41 ore di ossigeno, il che significa che i tempi sono decisamente stretti.

L'ipotesi dell'esperto

Durante un'intervista concessa alla Bbc, Alistair Greig, accademico della University College London, ha cercato di ricostruire gli scenari più probabili per comprendere cosa possa essere accaduto al sottomarino durante il tragitto verso il Titanic. La prima ipotesi prevede che il Titan, a causa di un'emergenza, sia riuscito a ritornare in superficie: per fare ciò, è probabile che il pilota sia ricorso allo sganciamento di alcune parti del mezzo ("drop weight"). "Se si fosse verificata un’interruzione di corrente oppure di comunicazione, ciò sarebbe potuto accadere", ha spiegato Greig. "Il sommergibile sarebbe quindi rimasto in superficie, galleggiando, in attesa di essere trovato".

Ma c'è uno scenario decisamente più cupo, vale a dire quello che vede lo scafo del sottomarino danneggiato o irrimediabilmente compromesso."In quel caso la prognosi non è buona", commenta l'accademico. Nel caso in cui il Titan non riesca a risalire verso la superficie con le proprie forze non vi sono molte speranze, e questo anche nel caso in cui lo scafo fosse intatto. "Se si trova a oltre 200 metri, esistono pochissimi mezzi in grado di arrivare così in profondità per recuperarlo", precisa Greig. "I veicoli progettati per il salvataggio sottomarino non possono certamente scendere alla profondità in cui si trova il Titanic".

Uno di questi è una nave posatubi che, stando a quanto dichiarato a Bbc dallo scienziato David Mearns, è giunta nell'area dell'ultimo rilevamento del Titan per dare manforte. "Si tratta di una nave molto grande, moderna, dotata di veicolo subacqueo telecomandato", ha spiegato l'esperto, "può scendere fino a 3000 metri".

Le ricerche continuano

Le ricerche, come detto pocanzi, sono state infruttuose, pur essendo andate avanti ininterrottamente per tutta la notte scorsa. In aiuto dei soccorritori sta arrivando proprio in queste ore la nave Atalante dell'istituto francese Ifremer, anch'essa dotata di un dispositivo subacqueo radiocomandato in grado di raggiungere una notevole profondità.

Il pericolo dei viaggi del Titan, che può trasportare al massimo cinque persone, sono stati resi noti fin da subito ai passeggeri, come spiegato dal giornalista David Pogue, che lo scorso anno firmò un servizio a bordo del sottomarino per Cbs. Prima di salire a bordo è richiesta la firma di una liberatoria: "Non dirò bugie", ha rivelato, "ero un po’ nervoso, soprattutto a causa delle scartoffie da firmare: 'Questo natante', c’era scritto, 'non è stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o la morte'".

In genere i passeggeri sono tre (più il pilota e un esperto), e per questa missione, la terza del Titan dall'inizio dell'anno, la compagnia privata OceanGate Expeditions ha chiesto il pagamento di 250mila dollari a persona.

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