"Allarme nave nemica": così la portaerei Liaoning sfida il Giappone

Tokyo ha fatto sapere che, per la prima volta, una portaerei cinese è entrata appena fuori dalle acque territoriali del Giappone. Pechino, intanto, si starebbe preparando a sollevare la questione dello status dell'isola nipponica di Okinawa

"Allarme nave nemica": così la portaerei Liaoning sfida il Giappone
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Nuove tensioni scuotono le acque dell'Indo-Pacifico. Il ministero della Difesa di Tokyo ha fatto sapere che, per la prima volta, una portaerei cinese è entrata appena fuori dalle acque territoriali del Paese, mentre navigava tra isole remote nel Giappone meridionale proveniente dal Mar Cinese Orientale. Nello specifico, la nave nemica è stata identificata nella Liaoning, accompagnata da due cacciatorpediniere. Le imbarcazioni, senza entrare nelle acque territoriali giapponesi, hanno attraversato la zona contigua tra le isole Yonaguni e Iriomote, nella prefettura di Okinawa, per poi dirigersi in direzione Pacifico. Questi movimenti sono andati in scena in un momento di forte tensione, nello specifico poche settimane dopo che un aereo spia militare cinese, a fine agosto, aveva violato lo spazio aereo giapponese sulle acque del Mar Cinese Orientale, al largo delle isole della prefettura di Nagasaki.

La portaerei cinese e le isole giapponesi

Il vice capo segretario di gabinetto giapponese, Hiroshi Moriya, ha spiegato in una conferenza stampa che Tokyo ha espresso "serie preoccupazioni" a Pechino in merito al passaggio delle navi. Anche perché si tratta del quarto "incidente" di questo tipo che, nel 2024, ha coinvolto la Marina cinese. Il funzionario ha definito tali azioni "totalmente inaccettabili in termini di ambiente di sicurezza della nostra nazione". Come ha spiegato Kyodo News, la zona contigua si riferisce a un'area oltre le 12 miglia nautiche di acque territoriali e si estende entro 24 miglia nautiche dalla costa. Le imbarcazioni straniere sono autorizzate a navigare in una zona contigua a condizione, tuttavia, di non minacciare la sicurezza della nazione.

La risposta della Cina non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian, ha dichiarato che il passaggio delle navi è avvenuto "nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali della Cina". Prima del passaggio attraverso la zona contigua, le Forze di autodifesa giapponesi avevano individuato le tre navi da guerra cinesi nelle acque a circa 210 chilometri a nord-ovest delle contese Senkaku, controllate dal Giappone ma rivendicate dal Dragone.

La mossa del Dragone

La Cina avrebbe messo nel mirino la prefettura di Okinawa nella sua strategia nei confronti del Giappone e, secondo quanto riferito da una fonte al Nikkei Asian Review, "sta per compiere il primo passo pericoloso della sua storia". Sing Tao Daily, un quotidiano di Hong Kong, ha invece scritto il 3 settembre che la Dalian Maritime University avrebbe in programma di aprire "un centro di ricerca Ryukyu" per condurre studi su Okinawa.

Le isole Ryukyu sono il vecchio nome della prefettura giapponese più meridionale, Okinawa appunto, che per 450 anni, dal 1492 al 1879, era nota come regno di Ryukyu. Se istituito, sarà il primo centro di ricerca specializzato in Okinawa presso un istituto di istruzione superiore in Cina. L'università in questione, legata all'esercito, si trova nella città portuale di Dalian nella provincia di Liaoning, nella Cina nord-orientale.

Ma qual è il motivo per cui Pechino starebbe puntando sul centro di ricerca Ryukyu? Il titolo dell'articolo del quotidiano di Hong Kong faceva riferimento alla "carta Ryukyu", suggerendo che il Dragone si starebbe preparando a sollevare la

questione dello status di Okinawa come parte del Giappone, come arma chiave per mettere in guardia Tokyo dall'interferire nella questione di Taiwan, che Pechino sostiene essere un affare interno.

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