La svolta green non paga (e le aziende corrono ai ripari)

È davvero una novità interessante quella annunciata dall'amministratore di Unilever, Hein Schumacher, che ha dichiarato che il suo gruppo "abbandonerà o attenuerà una serie di impegni ambientali e sociali"

La svolta green non paga (e le aziende corrono ai ripari)
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È davvero una novità interessante quella annunciata dall'amministratore di Unilever, Hein Schumacher, che ha dichiarato che il suo gruppo «abbandonerà o attenuerà una serie di impegni ambientali e sociali», anche per rispondere alla crescente reazione proveniente da quegli investitori, consumatori e politici che non vedono di buon occhio il perseguimento di obiettivi non finanziari.

Se altri colossi industriali seguiranno questa strada, si potrà dire di avere voltato pagina, dato che da più di un decennio la Unilever è uno dei soggetti più attivi in quelle politiche dette Esg (ecologiche, sociali, governative) che assegnano alle aziende un profilo moraleggiante, allineandole al politicamente corretto.

Quella di Schumacher non è certo un'opzione ideologica, ma semmai la presa d'atto che non è facile porsi come obiettivo quello di «fare bene al mondo» (secondo l'agenda fissata dal progressismo imperante) e al contempo far quadrare i conti. E così se prima l'Unilever si proponeva di dimezzare il ricorso alla plastica entro il 2025, ora l'ambizione è di ridurlo di un terzo entro il 2026. Stesso discorso per l'utilizzo di modelle aventi «differenti bellezze», perché alla fine chi produce lo fa per i consumatori e la realtà, in molti casi, finisce per imporre le proprie regole.

La scelta della multinazionale britannica di andare controcorrente può comportare rischi. È vero che, con i suoi 400 prodotti, Unilever si rivolge essenzialmente al pubblico, ma il sistema regolamentare è tale per cui qualsiasi azienda

può essere spazzata via dai padroni delle leggi. Schumacher avrà valutato, da un lato, le possibile rappresaglie del mondo politico-intellettuale e, dall'altro, i vantaggi derivanti dal prestare più attenzione ai clienti e quindi anche ai costi.

Il vizio di fondo

dell'Esg sta nel costruire un ordine dogmatico: un insieme di presunti valori assoluti che ognuno di noi dovrebbe rispettare. È solo positivo, allora, che nel mondo del business qualcuno inizi a muoversi in un'altra direzione.

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