Il confine turco-siriano è devastato dalle scosse che quest'oggi hanno squarciato la vita di migliaia di persone, portate via per sempre dal terremoto. Impossibile, al momento, fare la conta dei danni: ci sono intere città rase al suolo, migliaia di feriti e di dispersi. Si scava a mani nude alla ricerca di una speranza e la forza del sisma che quest'oggi ha stravolto la geografia e geopolitica del medioriente non è facilmente comprensibile a chi non l'ha vissuta. Ci ha pensato un esperto turco, l'ingegnere geofisico Övgün Ahmet Ercan, a provare a dare la misura di quanto accaduto.
Infatti, secondo quanto riporta il sito di Hurriyet, l'esperto avrebbe paragonato la potenza del sisma che si è abbattuto a Kahramanmaras, nella Turchia del sud, a quella di 130 bombe atomiche fatte brillare in contemporanea. In questo modo è forse più facile capire quale possa essere stata la forza distruttiva del terremoto, uno dei più devastanti che l'Europa abbia mai subito. Il bilancio, ancora purtroppo provvisorio, parla di 2.600 morti sotto le macerie, delle quali 1.651 nelle dieci province della Turchia colpite dal sisma. Ma a queste devono essere aggiunti gli oltre 11 mila feriti di quelle dieci regioni.
Nelle zone della Siria controllate dal governo i morti sono 538 e i feriti 1.360, come ha denunciato il ministero della Salute a Damasco. Nelle aree del nord ovest controllate dai ribelli invece sono morte 430 persone, secondo i dati diffusi dai soccorritori citati dal Guardian. Ma a dare la reale misura della tragedia ci pensa l'Oms: "C'è un potenziale di ulteriori crolli e numeri otto volte superiori ai numeri iniziali". Così ha dichiarato Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze dell'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Dal'Italia è già in volo un aereo militare C130 con a bordo 47 soccorritori Usaar (Urban Search And Rescue), 39 dalla Toscana e 8 dal Lazio. A loro si aggiungono anche alcuni componenti di una squadra medica.
"Eravamo al terzo piano, la paura è stata enorme e ora tutta la gente è in strada, al freddo e sotto la pioggia", ha dichiarato a Vatican News, monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei Caldei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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