Valencia, così il parcheggio del centro commerciale è diventato un cimitero

Migliaia di auto sommerse dall'acqua e un numero incalcolabile di vittime rimaste bloccate: il centro commerciale di Aldaia è stata una trappola durante l'alluvione

Valencia, così il parcheggio del centro commerciale è diventato un cimitero
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A Valencia, a seguito dell'alluvione, c'è una tragedia nella tragedia. I sommozzatori dell'esercito e dei corpi armati sono riusciti a entrare solamente oggi pomriggio nel parcheggio del grande centro commerciale Aldaia alle porte della città. Quando una quantità abnorme di acqua si è riversata sull'area di Valencia, migliaia di persone si trovavano nei negozi, nei cinema e nelle aree adibite ai servizi dell'edificio commerciale, quindi al momento fare una stima esatta di quante persone siano rimaste bloccate nel parcheggio sotterraneo è impossibile. L'area è interamente allagata, possono scendervi solamente i sommozzatori e la visibilità è minima.

"È un cimitero", è stato il commento dei sub una volta riemersi, sconvolti e provati per quanto visto lì sotto. Alcune fonti riferiscono che ai centralini, in generale, sono arrivate circa 2500 chiamate per persone che non danno proprie notizie dall'alluvione. Una parte di loro è stata ritrovata viva, altri purtroppo non ce l'hanno fatta mentre tutto il resto è ancora da trovare. Non tutti sono nel parcheggio del centro commerciale, che comunque ha una disponibilità totale di 5800 posti auto, molti dei quali a quell'ora erano pieni. L'Ume attende l'ordinanza del tribunale che consentirà di rimuovere i corpi nelle prossime ore. Nel frattempo si lavora con le pompe per svuotare l'acqua dal parcheggio, anche per permettere agli operatori di lavorare con maggiore facilità in quel luogo. Il centro commerciale nelle scorse ore è stato anche preso d'assalto dagli sciacalli: ne sono stati arrestati alcuni che avevano appena cercato di svaligiare una delle gioiellerie.

"Cerchiamo ancora scomparsi, ci sono zone ancora irraggiungibili", è l'appello della Caritas spagnola, che sottolinea come "quattro giorni dopo la tragedia, in alcune città o zone l'accesso è ancora limitato". La situazione è drammatica nella Comunità Valenciana: "Stiamo ancora cercando le persone scomparse e speriamo che possano essere ritrovate presto". Così la direttrice della Caritas diocesana di Albacete, Rosa García ha raccontato quello che sta vivendo la sua zona. Nel frattempo, domani il re e la regina di Spagna, Felipe VI e Letizia Ortiz, si recheranno nelle zone colpite dalla Dana accompagnati dal primo ministro, Pedro Sánchez, e dal governatore della regione di Valencia, Carlos Mazón.

La Casa reale non ha ancora fornito ulteriori dettagli sui luoghi e sugli orari delle visite di domani. Ma infuria la polemica per la decisione di non fermare il campionato di calcio, a parte per le due partite che riguardano direttamente il territorio colpito. "La giornata andava sospesa in maniera integrale.

Siamo tutti in stato di shock, continuano ad arrivare video, sentiamo testimonianze, fa paura. Siamo di fronte alla peggior catastrofe degli ultimi decenni, non si doveva giocare", sono le parole di Diego Simeone, che guida l'Atletico Madrid.

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