Volo Icelandic 001, la pista era vicina ma i piloti la mancarono

A novembre 1978 un volo della compagnia charter Icelandic Airlines si schiantò nei pessi di Colombo, Sri Lanka, mentre riportava in Indonesia centinaia di pellegrini di ritorno dalla Mecca, Arabia Saudita

Screen Air Crash Daily via YouTube
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Era il 15 novembre 1978 e da Gedda, Arabia Saudita, decollò il volo Icelandic Airlines 001 diretto a Surabaya, Indonesia. Mentre si avvicinava all’aeroporto di Colombo, Sri Lanka, per uno scalo, il velivolo si schiantò al suolo, uccidendo 183 delle 262 persone a bordo.

La dinamica dell’incidente

L’aereo coinvolto nella tragedia accaduta a Colombo, Sri Lanka, era un Dc-8, della compagnia charter islandese Icelandic Airlines, noleggiato dalla compagnia indonesiana Garuda Airlines, per il pellegrinaggio musulmano alla Mecca (Hajj). Quel 15 novembre del 1978, 170 dei passeggeri a bordo del Dc-8 erano pellegrini che rientravano in Indonesia dopo il pellegrinaggio nella città santa, quando, durante il volo, incontrarono forti temporali e il cosiddetto fenomeno del “Wind shear”, una variazione improvvisa del vento. Tale fenomeno può essere pericoloso in particolare modo in prossimità degli aeroporti, poiché in fase di atterraggio può ingannare i piloti sul corretto assetto/velocità di discesa.

Alle 22:53, in prossimità dell’aeroporto di Colombo, il centro di controllo comunicò ai piloti che la pista assegnata per l’atterraggio era la 04. Ma questi chiesero di poter atterrare sulla pista 22 e si prepararono a effettuare un atterraggio strumentale. L’aereo iniziò la discesa verso l’aeroporto, ma quando il controllore di volo chiese ai piloti di riferire loro il raggiungimento del radiofaro, non ricevette risposta. Alle 23:27 la torre di controllo diede istruzioni al volo Icelandic riguardo l’atterraggio: “Lima, Lima 001, leggermente a sinistra della linea centrale, leggermente a sinistra della linea centrale, a due miglia dal touch-down, altezza 650 piedi, autorizzato ad atterrare”. I piloti risposero solo “Roger”, ovvero “Ricevuto”.

In seguito, il controllore d’avvicinamento notò che l’aereo stava scendendo troppo velocemente e contattò l’equipaggio per avvisarli.“Lima, Lima 001, stai scendendo troppo!”, avvertì l’operatore, ma invano. Purtroppo i piloti erano occupati con il centro controllo radar su un’altra frequenza, per cui non sentirono il messaggio del controllore. Alle 23:28 l’operatore notò un’esplosione in cielo, non lontano dall’aeroporto di Colombo. Il Dc-8 si era appena schiantato in una piantagione di gomma e cocco, a meno di 2 chilometri dalla pista d’atterraggio, per poi esplodere.

I soccorsi e le indagini

Dopo 30 minuti arrivarono sul luogo della tragedia i primi soccorsi, 5 camion dei vigili del fuoco e diverse squadre, che ebbero non poche difficoltà a raggiungere i resti del velivolo, a causa della fitta presenza di palme da cocco. I soccorritori fecero di tutto per arrivare nel minor tempo possibile e cercare di salvare il maggior numero di passeggeri. Al loro arrivo, videro che la parte della fusoliera era intatta ma in fiamme. Nessun passeggero seduto in quella sezione dell’aereo si salvò, nonostante i tentativi dei vigili del fuoco di domare l’incendio. Delle 79 persone che scamparono miracolosamente alla morte, alcune se la cavarono con lievi ferite, altre ne uscirono addirittura illese.

Le indagini per capire cosa provocò lo schianto del volo Icelandic 001 si concentrarono sugli errori dei piloti e sui difetti dei sistemi aeroportuali di Colombo, in modo particolare sul sistema di atterraggio strumentale, il cosiddetto "Ils" (Instrument Landing System). Venne rilevato che in altre occasioni diversi velivoli avevano riscontrato i medesimi problemi del volo Icelandic, in fase di atterraggio. Vennero quindi richiesti agli equipaggi dei velivoli, rapporti sul corretto funzionamento dei segnalatori di aiuto alla navigazione.

In molti dei rapporti venivano evidenziati problemi alla strumentazione aeroportuale, in fase di atterraggio strumentale, come: "Sentiero di discesa non affidabile", oppure"Sentiero di discesa inutile". Le autorità investigative scoprirono che l'energia elettrica utilizzata durante l'Ils e altri sistemi di navigazione dell'aeroporto, era fornita dalla Ceylon Electricity board, e che spesso si interrompeva.

Le continue fluttuazioni di energia avvenute nell'ultimo periodo potrebbero aver quindi contributo all'incidente del volo Icelandic, ma questo fu smentito dall'Icao (International Civil Aviation Organization), che affermò: "La sezione Aig (Accident Investigation Section) di Icao ha ricercato incidenti nel database avvenuti per le suddette cause. A entrambe le domande rispondiamo negativamente [...], nessun incidente è mai avvenuto a causa di malfunzionamenti del sistema Ils".

Le cause della tragedia

Cosa provocò quindi la sciagura in cui persero la vita 183 innocenti? Le responsabilità vennero imputate ai piloti, che non furono in grado di eseguire un avvicinamento conforme alle normative, né di utilizzare gli strumenti per capire l'altitudine e il rateo di discesa. Inoltre, si legge nel rapporto conclusivo, la discesa verso l'aeroporto era stata affrontata a una "velocità troppo elevata".

Per ultimo, ma non meno importante, ha giocato a sfavore del velivolo, il fattore metereologico. Una raffica discensionale, causata dal forte temporale in fase di atterraggio, potrebbe aver reso difficile la ripresa del controllo del velivolo da parte dei piloti.

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