A Milano, 633 immigrati sono stati denunciati per percezione illecita del reddito di cittadinanza ed uso improprio del beneficio. I proprietari di alcune attività commerciali sono accusati del reato di riciclaggio continuo di soldi pubblici in quanto si facevano effettuare dei pagamenti tramite Pos senza fare specificare la causa. L'ammontare dell'intera truffa tra percezione indebita, malversazioni e riciclaggio è di 2.374.000 euro. Le indagini, iniziate nel 2021, sono state condotte dai Carbabinieri del gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e già nel 2022 si era giunti all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare dal Tribunale del capoluogo lombardo nei confronti di un cittadino bengalese, titolare di un’attività di Internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, accusato di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi a pagamento.
L’indagine
Tutto è cominciato nel febbraio 2021 su iniziativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano, sotto il coordinamento della Procura meneghina che, monitorando le operazioni di erogazione del sussidio approvato nel 2018 dal governo Conte, avevano constatato che c’erano dei beneficiari, principalmente di origine somala, che non ne avevano diritto. Gli stranieri, prima che il reddito smettesse di essere erogato dal 1 settembre, potevano accedere alla misura se abitavano da almeno 10 anni in Italia di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Grazie alla collaborazione con gli uffici Inps, è stato possibile individuare la platea dei percettori extracomunitari senza diritti e successivamente, è stato possibile analizzare i flussi finanziari che queste persone eseguivano con la carta del reddito. Dall’analisi è emerso che venivano effettuati regolari acquisti presso tre attività commerciali: un Internet point, un negozio di prodotti alimentari e un ristorante kebab.
Nel prosieguo delle indagini, i militari si sono concentrati anche sui gestori dei tre negozi e, mediante l’analisi dei tabulati telefonici, hanno compreso che gli stranieri versavano l’intero importo dei soldi del sussidio sui conti corrente degli esercenti. Ciò avveniva tramite Pos e senza specificare la causa in modo da nascondere l’origine dei soldi. Gli esercenti, a loro volta, consegnavano delle somme di denaro ai percettori, applicando su ogni transazione una percentuale dal 10 al 15%.
Come funzionava la truffa
Le transazioni Pos per le tre attività commerciali sono aumentate di molto rispetto all’anno precedente l’approvazione del reddito. Il negozio di telefonia, che non vende beni di prima necessità per cui si possono spendere i soldi del sussidio, è passato dall’incasso di 1640 euro al mese, per transazioni Pos, a 23.450 euro. Il negozio di alimentari ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate che dal 01/01/2021 al 09/06/2022 ha incassato, sempre tramite Pos, 4.436 euro quando dalle indagini è emerso che ne abbia percepiti 179.806. Il ristorante ha dichiarato di avere guadagnato 33.424 euro ma in realtà sono stati 92.832 euro dal 28/11/2020 al 09/05/2021.
Delle 633 persone denunciate, 597 sono percettori indebiti ed indagati per falsa attestazione dei requisiti nonché di truffa aggravata. Gli altri 36 erano in possesso dei requisiti per accedere al servizio e per questo gli si contesta la malversazione di denaro pubblico.
Due dei tre esercenti sono indagati per riciclaggio continuato mentre il terzo, cittadino bengalese che gestiva l’Internet point, era già stato oggetto dell’esecuzione di un’ordinanza del gip di
Milano, nel 2022, per i reati di riciclaggio continuato e illegale attività di prestazione dei servizi a pagamento. Nel caso del bengalese è stato anche predisposto il sequestro per equivalente somma illecitamente accumulata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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