Continua a far discutere il caso dei medici aggrediti in ospedale dai familiari della giovane Natasha Pugliese, deceduta dopo un delicato intervento chirurgico al Policlinico Riuniti di Foggia: un fatto, questo, che ha scosso l'opinione pubblica anche per la diffusione delle immagini delle violenze circolate sui social network.
Se da un lato, tuttavia, c'è chi chiede maggiore sicurezza per il personale medico e l'adozione di misure urgenti in grado di impedire che episodi del genere possano verificarsi nuovamente, dall'altro i parenti di Natasha vogliono risposte sul tragico decesso della 23enne, ritenendo che la responsabilità sia da imputare a errori commessi dai medici dell'ospedale.
Tatiana Pugliese, sorella della vittima, ha affidato a un messaggio pubblicato su Facebook tutta l'amarezza per quella morte che non riesce ad accettare, andando in sostanza a giustificare la violenza esplosa contro il personale medico del Policlinico Riuniti di Foggia. Le scene dello scontro continuano a girare sul web e a suscitare indignazione.
"La Nostra Natasha entra in sala operatoria alle 17:45. Noi dietro la sua porta aspettiamo di vederla: alle 19 e qualcosa escono 2 dottori: 'Dobbiamo parlare con un familiare'". I medici spiegano che ci sono complicazioni in corso, e che certe cose possono accadere. "Poi ci dice 'Ora dobbiamo tornare dentro la ragazza perde sangue' ...questo è assurdo la ragazza perde sangue e loro vengono a parlare con noi", considera Tatiana.
Non arriva più alcuna notizia fino alle 22.30, quando sul posto sopraggiungono alcune pattuglie di polizia. "Forse avevamo già capito tutto ma non volevamo crederci…Chiediamo ai poliziotti 'Perché siete qui?'. La polizia suona in reparto ma nessuno apre". Quando la porta si spalanca, Tatiana entra in reparto: "Mi trovo il dottore davanti e chiedo con sangue freddo: 'É morta?' Lui mi fa un cenno... non ho capito più nulla, ho urlato e messo mani adosso a chiunque", racconta la sorella della vittima.
A quel punto esplode l'assurda violenza, coi medici aggrediti in reparto. "La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella é stata uccisa da loro", racconta la ragazza. "Dovevano trasferirla con urgenza visto che era così grave, visto che già ci dissero che non erano competenti su questi interventi", prosegue. Questa è una delle principali contestazioni mosse al personale medico del nosocomio foggiano.
"La mia Tasha doveva fare un intervento di routine senza bisturi, senza tagli... La mia Tasha si è addormentata con il pensiero di svegliarsi subito", prosegue la nota. Ma quando il peggio sembrava passato, è arrivata la tragedia.
"Niente e nessuno mi darà indietro mia sorella, pagherei oro per averla qui, per ricevere un suo messaggio farei qualsiasi cosa… Ma per colpa di 2 bastardi non succederà più, Sono morta anch'io con lei, non accetterò mai tutto ciò, non lo perdonerò mai…", attacca Tatiana.
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