"Abbiamo temuto per la nostra vita". Il racconto del medico aggredito a Foggia

Minuti di terrore al Policlinico foggiano durante l'aggressione al personale sanitario: uno dei medici protagonisti della vicenda racconta lo stato d'animo. "Abbiamo avuto paura di morire"

"Abbiamo temuto per la nostra vita". Il racconto del medico aggredito a Foggia
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Nel volto e nella voce c'è ancora la paura per l'esperienza vissuta in ospedale: la vicenda del Policlinico Riuniti di Foggia ha lasciato il segno nei medici che si sono ritrovati di fronte, improvvisamente, una cinquantina di persone che li hanno presi a calci e pugni dopo che una giovane paziente di 23 anni è morta sotto i ferri durante un intervento chirurgico. L'unica soluzione è stata quella di chiudersi dentro una stanza, bloccando la porta con tutte le loro forze e l'aiuto di alcuni mobili mentre al di fuori c'era una folla inferocita.

"Paura di morire"

Intervistato da Repubblica, non ha voluto rendere note le sue generalità per paura di ritorsioni ma uno dei medici che si vede nel video ormai diventato virale con l'enorme spavento negli occhi ha raccontato cosa è successo in quei lunghissimi minuti prima che la situazione tornasse lentamente alla normalità. "Abbiamo temuto per la nostra vita. Abbiamo avuto paura di morire. Abbiamo avuto tanta paura anche perché siamo stati oggetto di pesanti minacce di morte, estese anche ai nostri cari. Erano davvero in tanti", ha raccontato.

Nella colluttazione, una dottoressa avrebbe subito la frattura di una mano mentre un dottore sarebbe stato colpito con un pugno in volto. Una situazione surreale, che si è consumata nel reparto di Chirurgia toracica del nosocomio foggiano che ha indignato tutti, anche il mondo politico, che ha risposto fermamente sottolineando che episodi del genere non dovranno accadere mai più. I fronti aperti sono diversi: da un lato l'inchiesta aperta dalla Procura di Foggia, dall'altro le indagini con tutto il materiale (video e non) fornito dall'ospedale. "È stato davvero brutto. Solo a ricordarlo ci torna la paura. Per tutti noi non è certo un bel momento", conclude il medico.

"Violenza ingiustificabile"

Era già intervenuto prontamente a condannare l'episodio il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha successivamente preso parte alla riunione tecnica tra le forze di polizia dalla Prefettura di Foggia dove si è discusso di quanto accaduto al personale medico del Policlinico Riuniti della città pugliese. "Abbiamo condiviso possibili misure per garantire ancor di più la sicurezza di chi lavora nell'ospedale, che si presta con dedizione e professionalità nel solo interesse di tutelare la salute dei pazienti", ha dichiarato Gemmato. "Ai familiari della giovane donna venuta a mancare va la mia sincera vicinanza e sono certo che sarà posta la massima attenzione per ricostruire e valutare tutto il percorso assistenziale della paziente, come ha già anticipato la direzione dell'ospedale. Tuttavia abbiamo assistito ad un episodio di violenza ingiustificabile contro medici e infermieri e non possiamo lasciare impuniti simili reati, avendo peraltro gli strumenti normativi a disposizione per agire".

Il governo Meloni, ha ricordato Gemmato, ha già introdotto le pene per chi commette fatti del genere contro gli operatori sanitari, ossia una condanna che può arrivare a oltre cinque anni di

reclusione. "È inimmaginabile fare violenza a chi invece si dedica a salvare vite e a prestare cure: dobbiamo implementare gli organici degli ospedali pubblici e rafforzarvi la presenza dello Stato".

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