Alluvione, i turni di notte per fare la guardia agli sciacalli delle idrovore

Non migliora la situazione nei territori alluvionati dell'Emilia-Romagna, gli abitanti sono alle prese anche con chi tenta di rubare le idrovore o il carburante per alimentarle. "Ci sono gli sciacalli"

Alluvione, i turni di notte per fare la guardia agli sciacalli delle idrovore
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Già i danni sono stati un disastro senza precedenti. È fondamentale, quindi, non aggiungere la beffa di chi non ha pietà nemmeno di fronte alla tragedia dell'alluvione. La situazione a Conselice, provincia di Ravenna, è ancora di piena emergenza con le idrovore (soprattutto dei privati cittadini) in azione giorno e notte per svuotare quanto prima tutta l'area dai metri d'acqua ancora presenti ma c'è anche l'allarme degli sciacalli che, di notte, cercano di rubare questi mezzi.

"Ecco perché vigiliamo"

"Ce la stiamo togliendo da soli l’acqua nelle nostre case e solo ora, piano piano, sta cominciando a scendere", ha affermato uno degli abitanti impegnato in prima linea. Puzza, rumore dei motori a scoppio, non manca nulla. "Dopo sei giorni dalla catastrofe trascorsi inermi ad aspettare che qualcuno portasse le idrovore per svuotare il 'catino”'della Bassa con le nostre abitazioni dentro, ci siamo detti: facciamo da noi", ha affermato l'impiegata Daniela al Messaggero.

Il tam tam scorre sulle chat di WhatsApp: gli alluvionati si alternano in turni di 4-5 ore anche di notte sia per evitare che il sistema possa bloccarsi ma anche per difendersi da chi vuole speculare anche in momenti come questi. "Non bisogna mai distrarsi, dobbiamo evitare che si inceppino o che l’acqua da aspirare che corre in salita le blocchi. E poi, ci sono anche gli sciacalli. Potrebbero rubarcele o sottrarci il carburante. Vigiliamo anche per questo".

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Il sistema per ripulire l'area

Come abbiamo visto sul Giornale.it, è praticamente impossibile che rifiuti e detriti non finiscano in mare ma è un rischio calcolato e inevitabile visto che l'acqua residua viene pompata e smistata sui canali e sui fiumi che, come natura vuole, sfociano in Riviera. Delle due l'una: o rimanere sott'acqua in casa propria a tempo indeterminato o utilizzare questo sistema, non esistono alternative. Gli abitanti di Conselice hanno iniziato quasi una settimana fa ad aspirare l'acqua, era martedì scorso, ma nessuno "ancora aveva drenato l’acqua tutt’intorno e se non si fa questo,il livello di immersione delle abitazioni della zona Lombardina e delle altre sott’acqua, non scenderà mai. È un sistema di vasi comunicanti".

Ricordiamo che è uno dei pochi Paesi, tra i più colpiti, in cui c'è stata un'ordinanza con cui la sindaca ha obbligato la popolazione a lasciare le proprie abitazioni per i rischi igienico-sanitari. Gli abitanti, però, non possono e non vogliono lasciare sott'acqua l'area ed è ecco che sono stati allestiti vari cami base con "sedie, tavoli, brandine, acqua, e tutto quel che può servire per alleviare la fatica. Non mancano gli spray antizanzare, perché qui siamo davvero assediati", spiegano al quotidiano. La situazione sta lentamente migliorando ma la battaglia, anzi la guerra, non è ancora stata vinta.

La protesta contro la sindaca

Il ritardo negli aiuti, però, non va proprio giù ai conseliciani. "Il nostro Comune non aveva le idrovore", è il coro dal campo base. "Siamo stati abbandonati rispetto ad altre realtà", hanno aggiunto. Un anziano è furioso per l'ordinanza che ha chiuso negozi e farmacie. "Dove faccio la spesa?". Nonostante l'ordinanza della prima cittadina, Paola Pula, in molti non hanno lasciato le case.

"Ma come facciamo ad andarcene? Chi toglie l’acqua dalle case?". Domani sarà il giorno della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei territori alluvionati: i ravennati pompano, pompano e sono stanchi. "Che venga da noi a vedere con i suoi occhi".

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