"Apologia fascista". Pd e Repubblica se la prendono pure col salumiere

Il commerciante, che nella sua bottega espone un ritratto di Mussolini, è finito nel mirino della sinistra: "Sdegno e condanna, è come ritornare nel periodo più cupo del ventennio fascista"

"Apologia fascista". Pd e Repubblica se la prendono pure col salumiere
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Fermi tutti: Pd, Anpi e Repubblica hanno scovato un pericoloso sobillatore anti-democratico (secondo loro, ovviamente). Roba da chiamare le brigate partigiane. Dopo questo preambolo non vorremo deludervi, perché in realtà sotto le indignatissime attenzioni della sinistra è finito uno salumiere di Vico Equense (Napoli), sino a ieri noto per le prelibatezze della sua bottega e per gli anacronistici richiami al Ventennio allestiti in negozio. Nella sua salumeria - tra salsicce, burrate e prosciutti - il commerciante espone da sempre immagini che ritraggono Mussolini e vecchi fogli di giornale ormai ingalliti che rievocano imprese del periodo fascista.

A Vico Equense la sua salumeria è frequentata ovviamente da tutti. E lui stesso, rivendicando la propria fascinazione per il Ventennio, racconta: "Io la penso così, nessuno ha mai protestato. La prima cliente che entra la mattina è comunista, discutiamo. Ho amici di sinistra, non sono d’accordo con le loro idee. Ogni tanto si apre un dibattito e ognuno resta delle sue convinzioni". Al di là di quelle sue discutibili idee fuori dal tempo, Giovanni Castiello - questo il suo nome - non risulta che dia fastidio a nessuno. Repubblica, tuttavia, lo descrive utilizzando toni inquietati. Entrare nella sua salumeria - scrive il quotidiano - "è come ritornare nel periodo più cupo del ventennio fascista, quando chi non si dimostrava fedele alla causa rischiava. Molto".

Poi uno va a leggere l'articolo e scopre che l'inquietante ritorno al passato è in realtà macchiettistico. Il commerciante infatti, nel suo menù ha anche un panino "Benito" con stracciatella, prosciutto crudo e basilico. "Bianco, rosso e verde per ricordare la bandiera italiana", dice lui. Ogni sabato, informa poi Repubblica, Giovanni "indossa il grembiule nero con la faccia del Duce": scelta opinabile e persino contestabile, ma non certo pericolosa per la tenuta democratica del Paese. Il fatto curioso, poi, è che il salumiere in questione sia conosciuto da anni per questi suoi atteggiamenti, ma Repubblica ha trasformato solo ora la cosa in una notizia.

Analogamente, anche la sinistra locale ha alzato severe reazioni di "sdegno" e "condanna". In una nota del Partito Democratico di Vico Equense, in particolare, si legge: "Questa specie di celebrazione del ventennio dovrebbe ricadere nel reato di apologia del fascismo. Meraviglia che le forze dell’ordine non siano mai intervenute sino ad ora considerato che questi atteggiamenti, come riferito da alcuni avventori di questa piccola attività commerciale, non sono una novità di questi giorni. Per quanto ci riguarda daremo incarico ai nostri legali di segnalare questi fatti alle autorità competenti".

E meno male che a Repubblica il salumiere ha detto di non votare Giorgia Meloni ("Io non voto le donne", avrebbe spiegato al quotidiano): almeno ci siamo risparmiati la solita strumentalizzazione contro la leader di Fratelli d'Italia.

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