Così vogliono asfaltare le strade bianche del grande ciclismo. E scoppia la bufera

Il Comune di Montalcino e la Soprintendenza vogliono devolperizzare le iconiche strade toscane, scatenando l'ira di residenti, associazioni ed ex campioni di ciclismo

Così vogliono asfaltare le strade bianche del grande ciclismo. E scoppia la bufera
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Asfalto sulla provinciale 103, la strada bianca che nelle crete senesi, in Toscana, passa da Castiglion del Bosco, zona di grande turismo e di grande ciclismo dove sono passati i campioni del Giro, dell'Eroica e delle Strade Bianche, appunto. Come hanno deciso il Comune di Montalcino e la Soprintendenza, sarà "depolverizzata", che pare un po' un modo elegante per dire che verrà asfaltata in prossimità di un resort per un tratto di un chilometro e mezzo, metro più metro meno. Una "ferita" per chi le strade bianche le vuole conservare, per chi ama pedalarci, per chi è convinto che siano il futuro di un turismo che ha rivalutato in tutti questi anni luoghi, borghi e attività altrimenti destinate a sparire. E non solo con eventi che portano appassionati e sportivi una volta l'anno ma con un percorso permanente che è diventato attrattiva internazionale.

C'è polemica, quindi, ma il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli prova a spegnerla sul nascere: “La prima richiesta di autorizzazione per la depolverizzazione di quel tratto di strada bianca risale a più di tre anni fa – racconta in una intervista sulle pagine della Nazione - La domanda che mi viene in mente è perché qualcuno solleva il problema ora, dopo quattro anni. La depolverizzazione fatta bene non altera l’impatto visivo della strada bianca...”. Sarà certamente così ma sui social c'è chi ricorda che le strade bianche sono patrimonio dell’Unesco e in generale una ricchezza unica ed invidiata nel mondo, quindi andrebbero tutelate. Negli ultimi lustri hanno fatto la fortuna di questi luoghi, difese e protette a furor di popolo da associazioni, residenti, amministratori, dai ciclisti dell’Eroica che qui, come si dice oggi, hanno inventato un format, una corsa d’altri tempi diventata marchio del made in Tuscany nel mondo. Gente che aveva capito che, proprio proteggendo le strade bianche, avrebbe conservato la caratteristica di un territorio e di una zona che poi sarebbe diventata patrimonio culturale. E così è stato. Ed è per questo che l'asfalto, che su altre tante strade del Belpaese viene quasi sempre accolto come «benedizione», qui suona come una bestemmia.

"Qualcuno aveva idea prima de L'Eroica che la strada bianca fosse un valore da tutelare, magari da sdraiarsi per terra o ponendosi davanti al carro armato come a Tienanmen? - si chiede in un post Giancarlo Brocci il fondatore di Eroica- Allora rimaneva sterro... Ora chi vuole cancellarlo dice che c'è più traffico, a partire dalla marea di ciclisti, dalle moto, da turisti fai da te fino a quelli da resort, tipo Castiglion del Bosco e diversi altri a seguire. Io credo una cosa, ed il mio Franco Rossi, presidente di Eroica, l'ha proposta: questo territorio è una meraviglia, persino il più dotato di siti Unesco.

Serve un tavolo aperto all'attenzione per le tecnologie ambientali più avanzate, dando per dogma che la strada bianca è un valore assoluto e fortunatamente peculiare. Oggi ce ne sono ed a Castiglion del Bosco qualcuno mi dice che si poteva far meglio..."

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