I punti chiave
Una gita in barca che invece di chiudersi in bellezza è finita, il giorno dopo, con il ricovero ospedaliero di uno dei partecipanti: è la vicenda che arriva dal litorale romano compreso tra Anagni e Lavinio dove un ragazzo di 27 anni è rimasto intossicato alcune ore dopo aver bagnato e mangiato una frisella imbevuta con acqua di mare, un'operazione pericolosa e che andrebbe assolutamente evitata perché è stata la chiave per la contaminazione dell'alimento con il batterio dell'Escherichia coli.
Cosa è successo
Con un gruppo di amici, alcuni giorni fa, il 27enne ha deciso di trascorrere una intera giornata a mare per salutare al meglio le vacanze estive. A bordo della barca c'erano anche altre pietanze e generi alimentari ma avevano dimenticato un condimento molto importante da usare sempre con parsimonia: il sale. A quel punto è balenata l'idea (forse per un trend adesso molto in voga sui social) di bagnare la frisella pugliese, pane secco e disidratato ottenuto dal grano duro, direttamente nell'acqua di mare così da essere più saporita dopo averla condita con pomodorini e olio. Tutti hanno seguito lo stesso esempio, pochissimi secondi a mollo prima di una scrollata e il pranzetto è servito.
La contaminazione
Nelle ore immediatamente successive non accade nulla, i ragazzi continuano a divertirsi e fare i tuffi in mare prima di fare rientro al tramonto. Che qualcosa sia andato storto, però, si inizia a percepire circa 24 ore dopo quando il giovane di 27 anni comincia a stare male: febbre, crampi addominali, nausea. L'unica soluzione è la corsa in un ospedale di Roma dove viene ricoverato e tenuto in osservazione per tutti gli esami del caso che hanno dato un esito inequivocabile: il malessere è stato causato dal batterio dell'Escherichia coli, microrganismo che molto probabilmente si trovava nelle acque dove i giovani hanno imbevuto le friselle. Dopo qualche giorno di cure e in osservazione nel nosocomio romano, il ragazzo si è perfettamente rimesso facendo ritorno a casa.
Di cosa si tratta
L’Escherichia coli è un batterio che normalmente fa parte del microbiota intestinale dell’uomo ma alcuni ceppi che si trovano nell'ambiente possono invece essere dannosi perché in grado di provocare malesseri intestinali come quello del giovane ma che può sfociare anche in altre infezioni extra-intestinali "come ad esempio infezioni del tratto urinario, peritonite, setticemia, polmonite e meningite", spiegano gli esperti di Humanitas.
La trasmissione, come in questo caso, avviene principalmente per la contaminazione di alimenti (capita spesso che il ministero della Salute ne ritiri alcuni dal mercato) come frutta e verdura che spesso si consumano crudi, dal latte non pastorizzato e dalla carne non cotta ma avviene anche con la contaminazione dell'acqua.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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