I punti chiave
Atac senza soldi, e i primi a rimetterci saranno i collegamenti verso le periferie. La situazione, purtroppo, non è delle migliori. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, infatti, le vendite dei biglietti dei bus hanno subito una diminuzione del 20% rispetto agli anni pre-Covid, e a questa condizione si aggiunge il problema del caro carburanti. Con simili premesse si spiegano quei 40 milioni di euro in meno risultati nel bilancio del 2022.
Atac scrive al Comune
Date le circostanze, il direttore generale di Atac Alberto Zorzan ha deciso di rivolgersi al Comune di Roma, principale azionista, riportando la situazione. Zorzan ha parlato senza mezzi termini di "condizione di sofferenza", e ha chiesto un aiuto economico. Servono soldi per ripianare i conti. Servono soldi per garantire la manutenzione dei mezzi Atac, per aumentare le corse e per mettere a disposizione più tratta verso le periferie di Roma.
La richiesta di corse e mezzi in più aumenta di giorno in giorno. Ci sono zone della Capitale, come via Prenestina, dove i bus sono vecchi e fatiscenti, e non è possibile neppure fare affidamento sulla metro, dato che molti treni non sono funzionanti.
Il futuro incerto
Tante le ipotesi al vaglio, e le voci di corridoio. Stando a ciò che riferisce il quotidiano romano c'è anche la possibilità che Giovanni Mottura, ceo di Atac dal 2020, venga rimosso dal suo incarico.
Intanto si parla della chiusura ad agosto di alcuni tratti della metro A (ci sarebbe la conferma dell'azienda) per dare un'accelerata alle operazioni di manutenzione straordinaria relative all'armamento che comprende rotaie, traverse, deviatoi e scambi. Il grosso problema, tuttavia, continuano ad essere le casse dell'azienda. Dal Comune, complici anche le minori entrate di Irpef e Imu, sono stati messi a disposizione di Atac solo 16 milioni di euro in più fino al 2025. Troppo pochi, secondo il presidente Zorzan, il quale teme un incremento dei costi fissi nel biennio di circa 60 milioni.
In passato si era discusso di una variazione di bilancio, con una maggiore emissione di risorse da destinare al servizio. Nello specifico, secondo gli accordi, avrebbero dovuto essere 50 milioni di euro per il 2023, 50 per il 2024 e 20 per il 2025. Si aspettava il mese di aprile per cominciare, ma pare che si slitterà a giugno.
Le difficoltà finanziarie
La situazione, dunque, è complessa. Le certezze sono poche. Il contratto di servizio è stato prorogato, ma è impellente aumentare la domanda di mobilità, specie con l'arrivo dell'estate e dei turisti. I conti, tuttavia, non sono in salute, e il presidente Zorzan in persona, durante un incontro con i sindacati, ha dovuto ammettere che ci sono difficoltà finanziarie.
Il direttore generale Alberto Zorzan vorrebbe incrementare le corse verso le periferie per rendere migliore il servizio. Ci sarebbero poi molti mezzi da sostituire, o da riparare. Serve organico. Tutti progetti che necessitano di una maggiore affluenza di risorse.
Ad oggi, gli obiettivi presenti nel contratto di servizio non sono stati soddisfatti, tanto che nel passato 2022 i bus in servizio sono stati minori rispetto a quanto previsto.
A rimetterci sono state principalmente le periferie, che hanno riportato i maggiori tagli. Le periferie, infatti, comportano tratte più lunghe ma, al contempo, rendono di meno dal punto di vista della vendita dei biglietti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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