"Caro papà, non hai saputo amarci". La lettera dei figli al funerale di Chiapparini

L'imprenditore, 74 anni, è stato travolto da 16mila forme di Grana Padano mentre stava lavorando. La lettera dei figli al figli al funerale: "Ci hai forgiato alla vita ma non hai puntato sul nostro lato sensibile"

"Caro papà, non hai saputo amarci". La lettera dei figli al funerale di Chiapparini
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"Caro papà, ci dispiace che a noi figli tu non abbia mostrato l'amore attento e affettuoso di altri padri". Sono parole intrise di amore e amarezza quelle che Mary e Tiziano hanno messo nero su bianco in una lettera d'addio indirizzata al padre, Giacomo Chiapparini, l'allevatore di 74 anni travolto e ucciso da 16mila forme di Grana Padano mentre si trovava all'interno della sua azienda casearia a Romano di Lombardia. "Ci hai forgiato alla vita ma non hai puntato sul nostro lato sensibile" hanno ricordato con melanconico struggimento i figli durante la cerimonia funebre dell'imprenditore.

Venerdì mattina, decine di persone si sono radunate nella piccola chiesa di Romano di Lombardia per l'ultimo saluto a Giacomo Chiapparini. Seduti ai primi banchi, a pochi passi dal feretro, c'erano Mary e Tiziano con accanto l'anziana madre. Al termine dell'omelia, racconta il quotidiano La Stampa, si sono avvicinati alla bara per leggere i fogli che stringevano tra le mani: "Quante volte, papà, abbiamo sperato che rallentassi la tua corsa nella vita e quindi potessi rallentare anche la nostra, così da vedere cosa c'era fuori dal finestrino. Avresti potuto vederlo anche tu, capendo cosa c'era di importante oltre la tua attività". Una lettera schietta, senza sconti, che forse nessuno dei presenti si aspettava. "Ci hai fatto crescere sempre sollecitati a dare il massimo, a fare al meglio quello che sapevamo fare. - hanno ricordato i figli del 74enne -Ci hai forgiato alla vita. Non hai mai puntato sul nostro lato sensibile, perché lo faceva la mamma. Hai puntato alla nostra tempra per prepararci alla vita.Ci hai lasciato con le rotelle attaccate alla bici, liberi di andare ma sempre con te che ci davi sicurezza".

Tutti nella piccola cittadina di Romano di Lombardia conoscevano e stimavano Giacomo Chiapparini. Un uomo che si era fatto dal nulla, tenace e ostinato come pochi. Partendo da una stalla con 26 capi e un trattore, nel 1977, era riuscito a mettere in piedi uno spaccio e un'azienda che oggi produce 50 forme di Grana Padano al giorno. Ed è proprio lì, in quel capannone, che la sera del 7 agosto scorso ha trovato la morte: è stato travolto da 16mila forme di formaggio cadutegli addosso per il cedimento di alcuni scaffali. "Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena. - hanno aggiunto Tiziano e Mary - La tua fragorosa e rumorosa presenza è diventata una fragorosa e rumorosa assenza. Tu hai vissuto la vita che volevi, coltivando ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato e la tua famiglia ti ha dovuto seguire in questa corsa".

Parole intrise di dolore e amarezza, quelle dei figli del 74enne, ma anche piene d'amore. "Dove sei speriamo tu possa incontrare Emanuele (un figlio morto, ndr) - la chiosa della lettera - e dirgli quanto lo amavi e quanto hai amato anche tutti noi".

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