"Censura talebana". Contestata la rimozione del murale su Meloni e Schlein

Oltre alla premier e alla leader Pd, in pochi giorni sono stati rimossi o coperti in piazza San Babila i murales dell'artista AleXsandro Palombo anche su Falcone e Angelina Jolie. Ecco cosa è successo

"Censura talebana". Contestata la rimozione del murale su Meloni e Schlein
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Prima il murale dedicato a Giorgia Meloni ed Elly Schlein, poi Giovanni Falcone con l'invito a conservare il regime di 41-bis e Angelina Jolie con i segni della mastectomia. Le recenti rimozioni dei pannelli che ospitavano le opere a firma di AleXsandro Palombo hanno destato molto scalpore a Milano. Lo stesso artista contemporaneo e attivista - famoso nel mondo per le sue opere satiriche, riflessive e irriverenti che si concentrano sulla cultura pop, la società, le disuguaglianze, l'inclusione e la diversità, l'etica e i diritti umani - si è scagliato contro il Comune di Milano: "Censura talebana", ha affermato senza troppi giri di parole. "Vogliono censurare l'opera o vogliono censurare il messaggio che veicolano le due donne al potere?".

La rimozione di Falcone nell'anniversario della sua morte

Tutto è cominciato lunedì 22 maggio. Nella copertura del cantiere (privato) dell'edificio che, tra l'altro, ospita il Teatro Nuovo, in piazza San Babila a Milano, Palombo aveva dipinto le sembianze del presidente del consiglio e del segretario del Partito Democratico entrambe nude e incinte. Il titolo del murale era: "Power is female". Il disegno intendeva affrontare il tema della maternità surrogata: sul grembo della Schlein si leggeva la scritta "My uterus my choice" e su quello della Meloni "Not for rent". Niente da fare, però: nella stessa giornata di lunedì è arrivato al cantiere l'ordine di rimuovere i pannelli perché l'opera sarebbe "troppo politica".

E così, puntualmente alle otto di martedì mattina, si sono presentati due vigili per supervisionare la rimozione. Secondo poi quanto riferito dallo staff di Palombo martedì 23 è arrivato al cantiere - sempre da parte dei vigili - un analogo "ordine" relativo questa volta ai murales di Falcone e Jolie. Di certo, quello che stupisce è la concomitanza con l'anniversario della strage di Capaci - nella quale il giudice Falcone venne ucciso - avvenuta il 23 maggio 1992.

Fidanza: "Nella Milano di Sala tutti muti"

"Censurare quest'opera equivale a seppellire la memoria e uccidere le idee del giudice Falcone una seconda volta. È terribile che, nel giorno del ricordo delle vittime della strage di Capaci, il Comune di Milano abbia preso una tale decisione. È un atto gravissimo verso la memoria e nei confronti di tutte le vittime di mafia", il commento durissimo di Palombo. Una secca smentita riguardo a un eventuale "ordine diretto" da parte dei vigili o del Comune di Milano arriva da Palazzo Marino, che però ha preferito non commentare un'eventuale interlocuzione tra il Comune stesso e il cantiere del palazzo.

A tal proposito Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo, ha voluto commentare su Facebook. "Giorgia Meloni ed Elly Schlein ritratte nude e incinte. Fiammella tricolore e 'Not for rent' sul pancione di Giorgia, bandiera Lgbt e slogan femminista su quello della leader Pd. Un modo non volgare e intelligente di rappresentare due visioni opposte sull'utero in affitto. Il murale di Piazza San Babila - prosegue Fidanza - è stato smontato; non è ancora chiaro (ce ne accerteremo) se per 'motivi politici', come denuncia l'artista Alexsandro Palombo, o per ragioni legate al cantiere. Ciò che è certo è che, se fosse successo in una città governata dalla destra, i difensori dell'arte libera e della kultura impegnata avrebbero gridato alla censura oscurantista. Invece nella Milano di Sala tutti muti".

Il murale della Shoah vandalizzato

Ad aprile un altro murale di Palombo aveva fatto parlare di sé: quello sui Simpson deportati ad Auschwitz, realizzato presso il Memoriale della Shoah a gennaio in occasione della Giornata della Memoria, risultato deturpato con strisciate di colore nero.

"Un vile atto antisemita che mette in luce il pericolo dell'indifferenza e dell'oblio, e ci costringe a un inciampo visivo che ci svela la realtà, l’odio, il razzismo, la crudeltà e il pregiudizio verso gli ebrei", aveva commentato allora l'artista.

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