Resti umani di una donna nella soffitta della canonica: giallo nel vicentino

Rinvenuti nel 2023, i resti umani appartengono a un individuo di sesso femminile. Si cerca fra le scomparse negli anni '70

Resti umani di una donna nella soffitta della canonica: giallo nel vicentino
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Mistero a Gallio (Vicenza) dove adesso si indaga per scoprire a chi appartengono le ossa rinvenute lo scorso anno nella canonica della chiesa di San Giovanni Battista. Era la primavera del 2023 quando un collaboratore del parroco don Federico Zago fece la scoperta dei resti umani, dando subito l'allarme. A un anno di distanza, gli inquirenti hanno ricevuto una prima risposta: si tratterebbe di una donna di età compresa fra i 40 e i 50 anni.

Orrore in canonica

Secondo quanto ricostruito sino ad ora, l'aiutante del parroco era salito nella soffitta della canonica per recuperare un tabernacolo e proprio in quell'occasione rinvenne, dietro a un mobile, le ossa umane. I resti, alcune ossa e un teschio, erano conservati all'interno di un sacchetto di cotone. Chiaramente ci fu grande sconcerto, e venne dato l'allarme. Tante le ipotesi, fra cui anche quella che si trattasse di quanto restava di un soldato. Stoccareddo di Gallio, del resto, è una frazione del Comune che molti anni addietro ospitò un cimitero militare. Si tratta dunque di una zona legata alle tristi vicende della Grande Guerra.

I resti, prelevati ed esaminati, sono tuttavia risultati appartenere a qualcun altro. Dagli esami è infatti emersa una sconcertante verità, molto più fosca e agghiacciante. Si tratterebbero delle ossa di una donna. Nessun soldato.

Avviate le indagini

I resti umani sono stati analizzati dall'istituto di Anatomia patologica dell'università di Padova. Esaminando il materiale, l'anatomopatologo Giovanni Cecchetto ha stabilito che le ossa erano occultate nella canonica da almeno 50 anni, e che esse appartengono a una donna di età compresa fra i 40 e i 50 anni. Una notizia che ha sconcertato la popolazione, convinta che fossero stati rinvenuti i resti di un soldato.

"Dopo mezzo secolo, però, credo sia difficile risalire alla storia di questa donna. Potrebbe dunque trattarsi di resti messi in un sacchetto e depositati ingenuamente in soffitta. A chi appartengano e come sia deceduta questa persona, temo resterà un mistero", è stato il commento al Corriere del Veneto del sindaco di Gallio Emanuele Munari.

Mentre si svolgevano gli esami anatomopatologici, gli inquirenti avevano pià provveduto ad avviare le indagini per occultamento di cadavere. La nuova informazione relativa al sesso della vittima ha fornito ulteriori elementi su cui fare ricerche. Non si tratta di un caso semplice, perché sono trascorsi davvero tanti anni. Gli inquirenti si stanno adesso concentrando sulle donne scomparse e mai ritrovate negli anni '70.

Si attendono gli esisti degli esami svolti sul Dna, che potranno fornire un aiuto fondamentale. "L'ultimo a risiedere in quella casa è stato don Gianfranco Lazzarin. Dubito però che lui avesse scelto di custodire delle ossa umane in soffitta, magari pensando appartenessero ad un soldato.

Non appena infatti, durante i lavori effettuati nelle aeree circostanti alla parrocchia, emergevano dei resti risalenti alla Grande Guerra, li segnalava sempre, come prevede la procedura, alle autorità", è stato il commento del parroco, don Federico Zago.

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