Occorre ricordare che l'inchiesta della Mobile di Torino, coordinata dalla pm Manuela Pedrotta, è cominciata l'anno scorso ed è diventata mediatica solo nel momento in cui sono finiti nella rete tesa dagli investigatori i primi calciatori, da Fagioli ai due azzurri Tonali e Zaniolo. Per questo motivo, non c'è motivo di sorprendersi se per qualche giorno dal Palazzo di Giustizia tornese non filtrano nuovi fatti rilevanti. Ogni inchiesta ha i suoi tempi e anche l'analisi dei device sequestrati a Coverciano non può essere immediata. È giusto, e se vogliamo anche bello ricordare che al momento gli inquirenti escludono la frode sportiva: il procedimento resta aperto per esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa.
Un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia nata su un presunto giro di scommesse illegali che sarebbero state compiute attraverso piattaforme non autorizzate. Il booster può essere ancora Fabrizio Corona, quello che ha acceso la miccia mediatica ad agosto con Fagioli e ha riattizzato il fuoco la scorsa settimana, innescando il blitz nel ritiro azzurro. È rimasto in silenzio per 2 giorni, prima dell'intervista a Il Giornale e per stasera promette altre rivelazioni e soprattutto prove su ciò che afferma, dagli schermi di Rai3, ovviamente subito dopo la partita. Fagioli e Tonali puntano ad anticipare il deferimento di Chiné, proponendo un'ipotesi di patteggiamento. Si sa che entrambi hanno ammesso, a differenza di Zaniolo, di avere scommesso anche sul calcio.
L'obiettivo è provare a cavarsela con 10/12 mesi di squalifica, ammettendo, collaborando, persino confessandosi ludopatici, cioè malati. Il codice di giustizia sportiva prevede 3 anni come minimo, ma già il solo patteggiamento ante-deferimento vale il 50% di sconto. Gli avvocati di Tonali e Zaniolo hanno preso contatto con la procura di Torino per organizzare il primo interrogatorio dei due azzurri, ieri entrambi in campo in Inghilterra, nei centri di allenamento dei rispettivi club. «I giocatori devono prendersi le loro responsabilità, credo però che dobbiamo anche chiederci chi hanno intorno», ha detto Maheta Molango, presidente dell'Assocalciatori inglese, intervenuta a «La politica nel pallone» su Rai Gr Parlamento. «Anche in Inghilterra un calciatore non può scommettere sul calcio», ma l'avvocata sa che anche in Inghilterra i calciatori scommettono, altroché. Del resto, oltre Manica la scommessa è da sempre, quasi religione: già nei primi Anni 90, per ogni partita era possibile su ogni cosa, dal primo tiro al primo ammonito, giocate che da noi sono arrivate solo di recente. Col beneplacito di chi guadagna da sponsorizzazioni e imposte.
A parte il già condannato bomber Toney (20 gol l'anno scorso con Brentford, 15 mesi poi ridotti a 8 per collaborazione e comprovata ludopatia, un caso che farà giurisprudenza per i collegi di difesa italiani), in estate è stato coinvolto in un'indagine sulle scommesse anche l'ex milanista Paqueta, che per questo motivo ha visto saltare il già definito passaggio dal West Ham niente meno che al Manchester City. Per il momento, per lui scommessa persa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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