Il rogo poi l'allarme diossina: è allarme a Parma

Il sindaco di Fidenza lancia l'allarme tra i suoi cittadini e fornisce una serie di linee guida da seguire per prevenire eventuali problemi di salute

Il rogo poi l'allarme diossina: è allarme a Parma
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Un devastante e pericoloso incendio si è sviluppato nel primo pomeriggio di oggi, sabato 27 maggio, alle porte di Fidenza, comune della provincia di Parma.

L'incendio

Sono all'incirca le ore 13:30 quando nel quartiere industriale "La Bionda" scatta l'allarme: il magazzino della Monteplast, azienda impegnata nella produzione e commercializzazione di materiale plastico, è andato interamente distrutto a causa del rogo. La densa coltre di fumo prodotta dalla combustione si è sollevata sulla città, risultando visibile anche a diverse decine di chilometri di distanza. Dopo le segnalazioni da parte dei cittadini, sul posto sono giunte alcune squadre dei Vigili del fuoco di Fidenza, Parma e Fiorenziola D'Arta. Per fortuna non si sono registrati feriti.

L'area è stata delimitata dai soccorritori per un raggio decisamente più ampio rispetto alla zona in cui si sono sviluppate le fiamme, a causa del forte vento che spirava in quelle ore. Appena giunti sul posto, vista la gravità della situazione, i tecnici dell'Arpae e dell'Asul si sono messi all'opera per valutare attentamente la qualità dell'aria, piazzando dei rilevatori in più punti della città.

Le misure

"Le autorità di protezione ambientale e sanitaria hanno dato il via libera ad una prima ordinanza valida per 24 ore per tutelare la salute e la sicurezza degli abitanti e dei frequentatori delle aree interessate", ha spiegato il primo cittadino di Faenza Andrea Massari su Facebook. La massima allerta riguarda i cittadini che risiedono entro 1,5 km dal luogo del rogo, che vengono invitati a "mantenere chiuse le finestre, limitandone l’apertura alle necessità di aerazione degli ambienti e a evitare spostamenti e frequentazioni dell’area interessata dall’incendio, se non per ragioni strettamente necessarie ed urgenti".

Per quanto concerne la medesima area, il primo cittadino informa gli abitanti di un'altra serie di precauzioni: "Il divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali; il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile e d’affezione; il divieto di praticare attività sportiva all’aperto; la limitazione della permanenza in spazi aperti se non per ragioni strettamente necessarie; il divieto di consumo dei prodotti coltivati nell'area individuata, da parte dei soggetti più a rischio come bambini, donne in gravidanza e in allattamento; la chiusura, secondo principio di cautela, delle attività di somministrazione di alimenti e bevande collocate nell’area immediatamente prospiciente quella dell’incendio".

L'allarme

"Una eventuale diffusione di diossina nell'aria causata dall'incendio presso la fabbrica di plastica di Fidenza determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano", spiega all'Ansa la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima).

"La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla Iarc come cancerogeno certo per l'uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino", aggiunge il presidente Alessandro Miani. "Il rischio aereo della diossina è limitato all'area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi", precisa. "Nel 90% dei casi l'esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l'uomo si ciba", puntualizza il presidente della Sima. "La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell'uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell'abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l'inquinante tossico".

"La via aerea di esposizione è invece limitata alla zona dell'incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera", spiega ancora Miani.

"Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche possono liberarsi da un rogo e su questo le autorità dovranno monitorare aria, suolo e acque per comprendere quali e quanti inquinanti hanno interessato l'incendio", conclude.

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