Una vittima delle tre donne uccise nella mattinata di ieri a Roma nel rione Prati, per l’esattezza la colombiana di 65 anni, sarebbe stata colpita con un fendente durante un rapporto sessuale. Questo sarebbe emerso dal sopralluogo del pubblico ministero che si è concluso ieri sera all’interno degli appartamenti dove sono state trovate morte le due donne cinesi e la sudamericana. L'attività in questione rientra negli accertamenti avviati per cercare di ricostruire la dinamica di quanto avvenuto in pieno giorno nella Capitale.
Cosa è emerso dal sopralluogo
Da quanto è stato reso noto, Marta Castano Torres, la 65enne colombiana ritrovata cadavere in un seminterrato di via Durazzo 38, sarebbe stata colpita al torace con un’arma da taglio, tipo ‘stiletto', forse nel corso di un rapporto sessuale. Sui corpi delle due cittadine di origini cinesi sono invece state individuate delle ferite alla gola, al torace e anche alla schiena. Sia le immagini registrate dalle telecamere di zona dove sono avvenuti gli omicidi, a poche centinaia di metri di distanza uno dall'altro, che i tabulati telefonici delle vittime sono ora al vaglio degli inquirenti.
Secondo quanto raccontato ieri all’Adnkronos da una donna che lavora nel palazzo di via Augusto Riboty 28, dove le due donne cinesi sono state uccise ieri mattina, ci sarebbe una telecamera che punta proprio in strada: "Un giorno arrivai col motorino, una delle due donne, sempre molto discrete, mi disse che avrei potuto lasciarlo davanti all'ingresso, così da poterlo eventualmente controllare grazie a una telecamera da loro nascosta dietro un vaso. Credo l'avessero posizionata per controllare gli ingressi". Se questa informazione dovesse rivelarsi fondata potrebbe essere per gli investigatori un aiuto prezioso, utile a risalire all'identità dell'assassino, che le vittime hanno fatto entrare nella loro abitazione. Anche l’altra casa in cui è avvenuto l’omicidio della 65enne, a soli 900 metri di distanza, si trova in una zona costellata di telecamere.
Tre anni fa era morto un uomo
Sempre ieri, il titolare di una storica enoteca a pochi passi dal palazzo dove è morta la 65enne ha ricordato che in uno di quegli appartamenti al seminterrato di via Durazzo tre anni fa morì un uomo, presumibilmente un cliente delle straniere che lì si prostituiscono. L’uomo ha affermato di ricordare bene la scena perché stava facendo una passeggiata con i cani e aveva visto la mortuaria in strada, insieme alla moglie e al figlio della vittima. "L'appartamento dove è morta la donna in un seminterrato, al quale si accede da una rampa, ha un ingresso indipendente al palazzo: per questo nessuno del condominio si era mai lamentato.
Lì c'é sempre stata questa situazione, ricordo già da ragazzino. Il seminterrato è diviso in più appartamenti, otto o dieci, tutti indipendenti e affittati a filippini e a quelle donne che lì si prostituivano. Non hanno mai dato fastidio", ha precisato.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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