"Pasticceria fallita in 6 mesi per tasse". Smontata la notizia virale

Le tasse per una Partita Iva in regime forfettario sono molto convenienti, con un’imposta sostitutiva unica del 15% che scende addirittura al 5% per i primi 5 anni di attività di una società

"Pasticceria fallita in 6 mesi per tasse". Smontata la notizia virale

La notizia, almeno all’apparenza, è una di quelle capaci di catturare l'attenzione dei lettori e generare tante visualizzazioni e commenti. Una giovane pasticciera di Bari costretta a chiudere la propria attività pochi mesi dopo la sua apertura a causa delle troppe tasse e del peso eccessivo del fisco italiano. In un Paese nel quale si lavora in media 157 giorni all’anno per riuscire a soddisfare lo smisurato appetito fiscale dello Stato, la storia della pasticciera di Bari, Ilaria Carone, pubblicata da La Repubblica poteva tranquillamente aspirare a diventare l’emblema di un sistema che, anziché premiare la libera iniziativa, finisce per spegnerla a suon di vessazioni.

Fake news o mezza verità?

Invece, come già accaduto nei mesi scorsi con la vicenda di Giuseppina Giugliano, l’operatrice scolastica di un liceo milanese che aveva raccontato di fare la pendolare in treno tra Napoli e Milano per sottrarsi agli insostenibili affitti del capoluogo lombardo, la sensazione che la storia non stia esattamente come la si racconta è forte. Non solo tra chi, forse con un pizzico di malizia, guarda a notizie di questo genere come a titoli acchiappa-click, ma anche tra le migliaia di utenti che hanno commentato l’articolo sui canali social del quotidiano diretto da Maurizio Molinari.

Regime fiscale agevolato

D’altra parte, che qualcosa non torni nella ricostruzione di come si è arrivati alla chiusura del “Little lab”, il piccolo laboratorio di 25 metri quadrati aperto a Bari, in poco meno di sei mesi dalla sua apertura, sono in molti a notarlo. E a finire sotto accusa è lo stesso annuncio dato dalla titolare, che recita: “Troppe tasse rispetto alle entrate, ho preferito fermare la produzione prima di andare in negativo”.

Tanti i dubbi. Intanto, come ben sa ogni libero professionista e come fanno notare diversi utenti su Instagram e Facebook, le tasse per una Partita Iva in regime forfettario sono iper convenienti, con un’imposta sostitutiva unica del 15% che scende addirittura al 5% per i primi 5 anni di attività di una start-up. Poi, anche considerando i primi mesi di attività nel corso del 2022, le scadenze fiscali per i liberi professioni sono ancora piuttosto lontane, quindi sarebbe forse un po’ presto per fasciarsi la testa. Infine,“le tasse chi è in perdita non le paga”, sottolinea un altro utente.

I costi reali da sostenere all'inzio

Non solo. Anche gli eventuali contributi previdenziali per i liberi professionisti che optano per la gestione separata INPS si pagano sulla base di quanto si guadagna. E, in più, la formula scelta dalla giovane pasticciera, quella dell’Impresa alimentare domestica (Iad), consente - previa autorizzazione dell’Asl - di produrre in casa utilizzando la normale cucina di tutti i giorni. E questo senza necessità di pagare affitti salati o aprire nuove e costose utenze per luce o gas. Peraltro, “Chi ha la Iad non si mette a sfornare dolci e cornetti la domenica come se non ci fosse un domani", sottolinea un altro utente su Instagram. “Si lavora solo su ordinazione e si fanno per lo più torte e dolcetti”.

La regola per scegliere la location giusta

E quindi? Le possibili risposte sono ancora gli stessi utenti dei social a suggerirle. Intanto, “il ciclo di vita dell’impresa è proprio questo: quando ci si avvia si è in negativo per via dell'acquisto dei beni durevoli che verranno ammortizzati nei seguenti anni (e tantissime altre ragioni). Credere di fallire perché dopo 6 mesi si rischia di andare in perdita dimostra che la ragazza non è un imprenditrice”, chiosa un utente su Instagram.

Ma il commento che forse più coglie nel segno arriva da Facebook. E sa più di sentenza che di analisi: “Il quartiere Santo Spirito di Bari è un quartiere periferico, privo di negozi, esercizi commerciali e uffici, fortemente stagionale perché sede di parecchie seconde case al mare e quindi praticamente deserto fuori dalla stagione estiva e soprattutto nei giorni feriali.

Se vogliamo prendercela con lo Stato facciamolo, ma qui in realtà è il progetto imprenditoriale che non sta in piedi”. Forse sarebbe bastato rispolverare il motto commerciale anglosassone, quello delle 3 L. Recita “Location, location, location”: la chiave del successo sta nella scelta del luogo dove si apre.

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