"Italiani penalizzati". A Milano gli alloggi del Comune vanno agli stranieri

Gli alloggi del progetto comunale di social housing assegnati in maggioranza agli stranieri. L'interpellanza della leghista Sardone: "E' razzismo al contrario"

"Italiani penalizzati". A Milano gli alloggi del Comune vanno agli stranieri

In sette anni, su 192 persone accolte sotto un tetto dal Comune di Milano, 155 erano di nazionalità straniera. "Questo è un razzismo al contrario", lamenta Silvia Sardone. Un'interrogazione presentata a palazzo Marino dall'europarlamentare leghista ha acceso l'attenzione su un singolare fenomeno avvenuto sotto la giunta del sindaco Beppe Sala. Nell'ambito del progetto "Albergo sociale diffuso", attivo per aiutare temporaneamente chi non può permettersi per criticità gli affitti del mercato privato, le assegnazioni degli alloggi risultano sbilanciate in favore degli stranieri. Stando ai numeri rendicontati dall'assessorato al Welfare, i nuclei famigliari italiani accederebbero al 20% circa delle case disponibili.

Il Social housing a vantaggio degli stranieri

Nel dettaglio, come riporta Libero, lo scorso anno su 56 persone accolte negli immobili comunali solo 14 erano italiane. Nel 2021 i nostri connazionali ospitati attraverso il progetto di social housing erano stati 13, mentre gli stranieri 42 (per un totale di 55 persone accolte). L'anno prima, gli italiani ospitati erano stati solamente sei. Gli stranieri, invece, 31. Il dato era ancora più sbilanciato nel 2019, quando la percentuale degli stranieri sfiorava il 90%. Su 31 posti disponibili, 28 erano andati agli stranieri e 3 agli italiani. Nel 2018, sempre stando alle cifre diramate, su undici ospiti dieci erano stranieri.

"Ogni qualvolta indago sui progetti sociali del Comune di Milano è sempre la stessa storia: immigrati favoriti e italiani penalizzati. Per il sindaco Sala e la sua giunta i milanesi sono cittadini di serie B. E lo abbiamo già visto con le bebè card, le misure di sostegno al reddito, le borse lavoro, l’esenzione mense scolastiche, il progetto del Polmone Abitativo. Questo è un razzismo al contrario a cui bisogna porre fine", ha affermato l'europarlamentare leghista Sardone, che è anche commissario cittadino milanese del partito salviniano. Proprio nelle scorse ore, la Lega aveva protestato contro il sindaco per gli aumenti sulle rette dei nidi e delle mense.

Buono il progetto, da rivedere i criteri di assegnazione

Ora, con l'interpellanza della Sardone, si accendono i riflettori anche su un altro tema caro ai cittadini, soprattutto a quelli in difficoltà. E a maggior ragione a Milano, dove il mercato degli affitti ha raggiunto prezzi da capogiro. Di per sé l'Albergo Sociale Diffuso ha delle potenzialità valide ed è attivo già dal 2016: prevede di mettere a sistema una parte del patrimonio comunale di alloggi sottosoglia, precisamente 35 inutilizzati oltre 2 spazi non residenziali, siti nei tre nuclei territoriali individuati: Isola-Garibaldi, Niguarda e Quarto Oggiaro. Il progetto - si legge sul sito del Comune - è rivolto in particolare a persone che non sono in grado di sostenere i costi del mercato abitativo privato milanese, "soprattutto a fronte di eventi imprevisti (sfratto, separazione familiare e simili) o nel caso dell’autonomizzazione giovanile". Ma è sulla sua attuazione che non mancano perplessità politiche.

"Come è possibile che questi progetti finiscano per essere sempre delle corsie preferenziali

per stranieri, quando in città ci sono migliaia di famiglie italiane in difficoltà? Il welfare anti-italiano targato Pd si sta dimostrando sempre più ingiusto", ha lamentato al riguardo l'europarlamentare Sardone.

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