È bastato lavorare per alcuni mesi come dipendente a chiamata per vedersi recapitare una lettera dell'Inps in cui l'ente gli chiedeva indietro la pensione di un anno. È successo a Michele Ferretto, un pensionato di Venezia, che aveva pensato di svolgere qualche lavoretto per aiutarsi nelle spese.
La richiesta dell'Inps
Secondo quanto riferito da Il Messaggero, che ha seguito la vicenda, Ferretto aveva lavorato per un periodo di tempo di quattro mesi come dipendente a chiamata. Quattro mesi che avevano prodotto un guadagno di 1.600 euro. Soldi che l'uomo intendeva impiegare per il mutuo e per provvedere al figlio e alla ex moglie.
Ciò non è sfuggito alla lente dell'Inps, intervenuta in altri casi anche per guadagni inferiori, come è successo a Robert Stark. Ferretto si è visto dunque recapitare una lettera in cui l'ente chiedeva indietro tutta le pensione del 2023, dal momento che da pensionato non avrebbe potuto svolgere alcun lavoro come dipendente. Michele Ferretto, tuttavia, sostiene di essersi regolarlmente registrato come lavoratore dipendente proprio nel database dell'Inps, senza aver riscontrato alcun genere di problema.
Lo sfogo di Michele
"Pago 330 euro al mese di mutuo per altri 90 mesi scarsi, ho una ex moglie e un figlio da poco maggiorenne, se dovessi restituire i dodicimila euro che mi chiedono dove finirei a mangiare, dai frati?", è stato lo sfogo dell'uomo. "L'Inps ha accettato la mia registrazione come dipendente, non me l'ha bloccata. E poi ha accettatoanche i contributi. Quindi se ho sbagliato io, non sono stato l'unico", ha aggiunto. "Sono andato alla sede di Mestre, mi hanno detto che a decidere è Venezia. Il giorno dopo ho ricevuto la risposta, mi offrono al massimo una dilazione di cinque anni, quindi duecento euro al mese. Mi chiedo se in così breve tempo siano riusciti a tenere in considerazione tutte le carte che ho presentato".
Pensione sospesa
Intanto, altra doccia fredda. Lo scorso dicembre, stando a quanto sostenuto dall'uomo, l'Inps ha provveduto a sospendergli la pensione, in attesa che tornino indietro i soldi ricevuti tra gennaio e novembre 2023.
Da qui l'appello, affinché altre persone che si trovano nella sua stessa condizione si facciano avanti per fare fronte comune e cercare di ottenere più tempo.
"So che ci sono altri casi come il mio, il problema è che se stiamo tutti zitti, anche altre persone rischiano di incorrere nell'errore". Deve essere trovata una soluzione meno dannosa e compatibile con la vita delle persone che vengono colpite dal provvedimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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