
Non ha voluto ottenere soltanto l'attenzione da parte degli studenti durante le sue quattro ore di lezione ma il significato è stato ben più profondo: la droga uccide, ecco quali sono i suoi effetti. È questo il senso che ha ricercato il professor Giovanni Cecchetto, direttore dell'Unità di Medicina legale di Pavia, che agli studenti di terza, quarta e quinta superiore dell'Istituto "Don Bosco" di Padova ha mostrato le foto di quattro cadaveri di giovanissimi uccisi dalle sostanze stupefacenti.
Le intenzioni del professore
Sullo schermo passano delle immagini molto forti, sicuramente indimenticabili: ragazzi e ragazze si ammutoliscono di fronte ai quattro cadaveri sul tavolo delle autopsie. Tra quelle giovani vite spezzate alcuni anni fa (le immagini mostrate non erano recenti) c'è chi ha perso la vita a causa dell'ecstasy, un altro per aver voluto sperimentare metadone e un altro ancora la cocaina. "Hanno la vostra età e sono finiti sul mio tavolo autoptico. Tra loro, c'è chi ha assunto droga anche una sola volta nella vita. Sono morti. La mia intenzione è spaventarvi. E ora, iniziamo a conoscere il vero volto delle sostanze stupefacenti".
Le foto choc
Come fatto sapere dal Gazzettino, prima di tenere questa lezione il professor Cecchetto ha disposto quattro sagome di cartone sul pavimento per simulare le vittime di overdose. "Sapete cos'hanno in comune questi quattro giovani rappresentati attraverso sagome stilizzate? La droga e me", ha detto agli studenti nel corso dell'incontro formativo di quattro ore dal titolo "Le dipendenze: danni fisici e psicologici" che è stato promosso dal Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'Università di Padova e dal Dipartimento di Sanità pubblica, Medicina sperimentale e forense dell'Università di Pavia. L'intento della lezione è informare i ragazzi, molti di loro ancora minorenni, su quali sono le conseguenze di sballarsi e provare la droga.
"Una mattinata di lezione sugli effetti fisici e penali dell'uso di stupefacenti corredato anche dalla proiezione di immagini significative, con lo scopo di sensibilizzare i giovani e fornire loro strumenti adeguati e scientifici per una corretta lettura della realtà che li circonda", fa sapere l'Istituto Don Bosco con un post sui social.
Le considerazioni del medico legale
Quelli mostrati in foto sono "tutti ragazzi che avevano una vita come la loro, piena di sogni, speranze e aspettative - ha raccontato Cecchetto al Corriere del Veneto -Non abbiamo usato filtri, hanno quasi 18 anni, in alcuni casi sono già maggiorenni. Con il cellulare guardano di tutto.
Sapevamo che solo con il linguaggio della verità e con immagini forti in grado di colpirli ci avrebbero seguiti e così è andata naturalmente tutti i volti di quei ragazzi erano coperti ma volevamo far capire agli studenti che davvero si tratta di una cosa che può capitare a chiunque di loro, ad una qualsiasi festa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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