Le botte erano del papà, ma il sesso con un estraneo avveniva su costrizione della mamma. È il racconto dell’orrore che vede come protagoniste due sorelle di 13 e 16 anni che vivevano a metà strada tra Pompei e Scafati, comune del Napoletano il primo e del Salernitano il secondo.
Secondo fonti della procura di Salerno, le angherie perpetrate sulla pelle delle due minori sarebbero avvenute ad opera dei genitori e le prime botte, una delle ragazzine avrebbe cominciato a riceverle sin dal 2008, quando era molto piccola. Entrambi i genitori sono accusati a vario titolo dei reati di maltrattamento contro familiari, prostituzione minorile, atti sessuali con minorenne e pornografia minorile insieme a una terza persona che avrebbe avuto rapporti con una delle due minori dietro elargizione di denaro. Tutti e tre gli accusati sono stati arrestati dagli agenti del commissariato di polizia di Pompei.
Secondo le prime ricostruzioni, alcuni dei reati contestati ad uno degli accusati, il padre, risalirebbero a 15 anni fa, nel lontano 2008. L’uomo avrebbe più volte percosso una delle sue figlie in modo ripetitivo e con una violenza che il procuratore di Salerno ha definito del tutto immotivata. Avrebbe persino utilizzato un mestolo e un ferro da stiro per causare dolore e sofferenza alla figlia. Nel corso degli anni anche l’altra figlia non sarebbe stata risparmiata dalla furia del padre.
Se i lividi delle botte del padre hanno traumatizzato a sufficienza una delle due, all’altra ha pensato la mamma a farle vivere un incubo. La donna accompagnava la figlia in un centro commerciale non distante da dove abitavano e qui, ad attenderle ogni volta, c’era un uomo. Il soggetto non era al centro commerciale per accompagnare la madre e la figlia a fare la spesa, ma per invitarle a casa sua dove avvenivano i rapporti sessuali, come riporta Fanpage. La ragazzina era costretta a partecipare per ricevere in cambio dei soldi, circa 10 euro ogni volta. L’uomo che ha avuto rapporti la ragazzina sarebbe stato anche trovato in possesso di materiale pedopornografico.
Sempre secondo quanto riporta Fanpage, le indagini sarebbero cominciate circa due anni fa, quando una conoscente della mamma delle ragazzine ha raccontato agli agenti della polizia di Pompei, la situazione di degrado in cui erano costrette a vivere le figlie.
Dopo la segnalazioni, le forze dell’ordine hanno condotto le indagini per due anni finché nella giornata di martedì il gip di Salerno ha emesso le misure cautelari nei confronti dei tre che sono stati portati nel carcere di Fuorni (Salerno).
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