Maxi blitz nel Napoletano: nei guai 63 persone legate al clan De Luca-Bossa

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli

Maxi blitz nel Napoletano: nei guai 63 persone legate al clan De Luca-Bossa

All’alba, con un’azione congiunta, carabinieri e polizia di Napoli e di Torre Annunziata hanno sgominato un importante clan della camorra. A finire nei guai ben 63 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli.

Il clan decimato

Gli imputati, come riporta il quotidiano Napoli Today, secondo gli inquirenti appartengono al cartello criminale camorristico denominato De Luca-Bossa-Casella-Minichini-Rinaldi-Reale, che opera nella zona a est di Napoli. La nascita del clan De Luca Bossa di Ponticelli è associata a un evento ben preciso: il primo attentato stragista con autobomba in Campania. Era il 25 aprile 1998 e Antonio De Luca Bossa, soprannominato “Tonino ‘o sicco”, dopo una lunga carriera in veste di killer del clan Sarno, optò per la scissione, annunciando la sua decisione in grande stile, mettendo la firma su un agguato eclatante. Delle 63 persone fermate oggi, 57 sono finite in carcere, 2 ai domiciliari e 4 hanno il divieto di dimora nella città partenopea. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini sei anni fa, dal mese di aprile del 2016.

Le indagini

Tutto è partito a seguito del sequestro di droga e di alcuni documenti scoperti in una delle abitazioni controllate da carabinieri e polizia. Proprio in quell’edificio si concentrava l’attività illecita del cartello camorristico. Successivamente l’indagine si è arricchita di testimonianze e di intercettazioni telefoniche e ambientali. Un secondo e decisivo filone è cominciato a settembre del 2020, in conseguenza della richiesta di “pizzo” da parte degli esponenti del clan ad alcuni residenti del quartiere Ponticelli. Questi cittadini erano costretti a pagare alla camorra per mantenere o ottenere l’alloggio popolare.

Le forze dell’ordine sono riuscite a scoprire questo illecito, aprendo il vaso di Pandora. Adesso seguirà il processo che dovrà stabilire, in base alle prove raccolte da carabinieri e polizia, se gli imputati sono colpevoli o meno.

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