Napoli, scopre che la figlia adottiva è gay e la spia con la webcam nascosta in camera

La giovane, adottata in Lituania, ha denunciato il padre adottivo. Il gip di Napoli ha disposto un supplemento di indagini

Napoli, scopre che la figlia adottiva è gay e la spia con la webcam nascosta in camera
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Il gip di Napoli ha disposto un supplemento di indagini nei confronti di un uomo, padre adottivo di una ragazza ora maggiorenne, che avrebbe installato una telecamera nella stanza della ragazza per spiarla dopo aver scoperto l'omosessualità della giovane.

Una vita non facile per la giovane costretta a vivere per 12 anni in un orfanotrofio lituano. Crescere senza genitori è davvero dura. Tutto, però, cambia grazie a quell’adozione. La ragazza inizia, così, una nuova vita in Italia con una sorella. Per lei sembrava essersi chiusa per sempre una pagina buia della propria esistenza. I primi anni nella nuova casa sono trascorsi serenamente. Nessun problema in particolare. E invece altri eventi erano in agguato, pronti a rompere quell’equilibrio su cui poggiava l’esistenza della giovane.

Quest’ultima, come racconta l'Ansa, scopre la propria omosessualità. Inizialmente lei cerca di nascondere la realtà. Poi poco alla volta prende coraggio e si confida prima con la mamma e, in seguito, anche con il padre. Il genitore, però, avrebbe iniziato a spiare la ragazza posizionando una telecamera nascosta nella sua stanza da letto. La Procura ha ritenuto sussistere il reato di interferenza illecita nella vita privata della giovane in relazione all'installazione, proprio di fronte al letto, del dispositivo. Pertanto ha chiesto ulteriori accertamenti.

I rapporti tra la giovane e i genitori adottivi si sono incrinati. Una situazione estremamente complicata tanto che lei ha deciso di abbandonare la casa. "Dai miei genitori mi aspettavo un normale rapporto – ha spiegato la ragazza- senza segreti, comprensivo. Confidavo anche in una mentalità più aperta da parte loro, cosa che purtroppo non c'è stata". Ora la vicenda è finita in tribunale. La giovane, insieme all’avvocato Sergio Pisani, ha anche denunciato che il padre adottivo si sarebbe spacciato per persone inesistenti e, attraverso internet, avrebbe tentato di indurla a compiere atti sessuali. E come prova la giovane ha consegnato registrazioni audio e conversazioni in chat.

Il giudice, dopo avere analizzato gli atti, ha però ritenuto insussistente quella tipologia di reato.

In sostanza, per l’autorità giudiziaria "gli eccentrici e (almeno apparentemente) 'spregevoli’ comportamenti" dell'uomo "costituirebbero soltanto una messinscena, finalizzata a provocare la figlia e ad indurla a rivelargli le sue esperienze sessuali: ciò allo scopo di comprendere il suo orientamento e se esso fosse effettivamente concretizzato in rapporti intimi con altre ragazze".

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