Ostia, Spada sgomberato. E lui cerca casa sui social: "No busta paga"

Dopo 17 anni di occupazione abusiva il membro del clan omonimo ha lasciato l'appartamento di via Vincon

Ostia, Spada sgomberato. E lui cerca casa sui social: "No busta paga"
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"Cercasi casa in affitto per noi, imminente... nel decimo municipio... ps. senza busta paga...". È il post che martedì pomeriggio Roberto Spada, esponente di spicco del clan omonimo, ha pubblicato su Facebook dopo che lui e la sua compagna sono stati sgomberati dall'appartamento di via Guido Vincon, a Ostia, occupato abusivamente da ben 17 anni. "Una risposta concreta contro l'illegalità e il malaffare, con la quale lo Stato riafferma la propria presenza sul territorio e fornisce un segno tangibile del proprio sostegno alle comunità locali", ha commentato l'operazione il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Lo sgombero

I carabinieri del Nucleo investigativo di Ostia sono intervenuti in via Vincon, a pochi passi da piazza Gasparri, dando seguito dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Roma. Il provvedimento, come si legge sul Messaggero, era stato notificato a Spada lo scorso 22 aprile e lui aveva risposto all'istanza presentando un'istanza di proroga - poi rigettata - che gli ha consentito di guadagnare qualche giorno di ulteriore permanenza nell'abitazione. Fino a quando, ieri mattina, non è stato accompagnato alla porta assieme alla compagna. Le operazioni di sgombero si sono svolte senza particolari criticità né contestazioni da parte degli interessati. La coppia alloggerà per qualche giorno in un albergo prima di essere trasferita in un appartamento con regolare contratto d'affitto.

L'occupazione della casa

La casa era occupata dal 2006, dopo uno scambio proposto da Spada e la compagna a una donna: le avevano offerto in cambio di quell'appartamento un altro immobile, che loro già occupavano abusivamente, in via Marino Fasan 38, sempre in zona. Un'operazione che, secondo quanto apprende l'Ansa, aveva come obiettivo quello di ricongiungere la coppia al nucleo familiare originario. Poi lo scorso marzo, dopo la denuncia dei carabinieri nei confronti dell'uomo per il reato di furto aggravato di energia elettrica (si allacciava abusivamente alla rete di un gestore) è stato accertato che i due occupanti non avevano alcun titolo per abitare nella casa gestita dal Comune di Roma per far fronte all'emergenza abitativa. In questi 17 anni, la coppia ha maturato un debito nei confronti dell'ente di 43.355 euro per le indennità di occupazione non versate e di 11.063 euro nei confronti del gestore della rete elettrica per l'energia non contabilizzata. Da qui, il provvedimento di sequestro preventivo da parte del gip del Tribunale di Roma.

Le reazioni

Da ieri pomeriggio, la casa di via Guido Vincon è libera e potrà essere assegnata a chi è regolarmente in lista per un alloggio popolare. "L'amministrazione è in prima linea contro chi, con la violenza, si approfitta del patrimonio pubblico calpestando i diritti di chi è in attesa di una casa popolare. L'alloggio liberato sarà oggi stesso allarmato e sottoposto a videosorveglianza, in attesa della sua successiva assegnazione", ha commentato la notizia dello sgombero l'assessore al Patrimonio Tobia Zevi.

A complimentarsi dell'operazione anche il ministro dell'Interno Matteo Piantendosi: "Un intervento dall'alto valore simbolico che consente alle Istituzioni di riappropriarsi di un bene pubblico, utilizzato dal sodalizio criminale per attività delittuose e imporsi sul territorio".

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