Le priorità del Pd? Far sventolare la bandiera della pace

A Palazzo Vecchio i dem propongono una modifica del regolamento per poter esporre la bandiera della pace nella sala dei Duecento. Renziani all'attacco: "Dibattito ideologico"

Foto tratta da Wikipedia
Foto tratta da Wikipedia

Le prioprità del Partito democratico a Firenze? Far sì che nell'istituzionale sala dei Duecento sventoli la bandiera della pace. A poche ore dal "sabato antifascista" di Elly Schlein nel capologo toscano, a Palazzo Vecchio è scoppiato il caso. A sollevarlo, la rappresentanza di Italia Viva in consiglio comunale. In un intervento, Barbara Felleca - esponente del partito renziano - ha infatti denunciato la "discussione ideologica" portata all'attenzione dai dem proprio nei giorni in cui in Comune si sarebbero dovute discutere ben altre urgenze amministrative.

Bandiera della pace

"Dopo l'annullamento di una seduta di commissione che ieri doveva approvare il Poc (Piano operativo comunale, ndr), nel mezzo di Commissioni che sono chiamate in tempi irragionevolmente brevi a votare il bilancio, il presidente del consiglio, ben sostenuto dal Pd, ci impegna in una discussione più ideologica che concreta sul fatto che la bandiera della pace deve trovare collocazione nella sala istituzionale in cui il Consiglio si riunisce", ha affermato la consigliera Felleca, spiegando come dai dem fosse arrivata una proposta di delibera per modificare il regolamento e consentire così l'esposizione della bandiera arcobaleno.

Un dibattito ideologico

Una circostanza che ha risvegliato i mai sopiti dissapori tra i renziani e dem a Firenze. "Il Pd vuole dispensare la patente di pacifista solo a coloro che votano a favore", ha denunciato ancora Barbara Felleca, ricordando però che in Parlamento i dem hanno votato il rifinanziamento dell’invio delle armi all'Ucraina. Da qui, la riflessione polemica: "Forse è cambiato il vento, e dovremo abituarci alle questioni ideologiche". I renziani si sono quindi astenuti in commissione, reputando quel dibattito "strumentale" e ribadendo il carattere di "neutralità" delle sedi istituzionali. E in effetti non di capisce perché nei luoghi delle istituzioni dovrebbero comparire vessilli diversi da quelli previsti, che già esprimono i nobili valori universali attorno ai quali una comunità dovrebbe riconoscersi.

"Piano operativo no. Bandiera della pace sì. Dibattito sul bilancio no. Esposizione della bandiera della pace nell'aula del Consiglio sì", hanno sintetizzato velenosamente i renziani, mettendo i dem alle strette rispetto a certe priorità della comunità fiorentina. E ancora, la stoccata al partito dem: "Dai pacifisti a corrente alternata del Pd ci aspettiamo che il prossimo anno di consiliatura sia impegnato in discussioni più concrete, perché i fiorentini si aspettano ben altro che un dibattito ideologico sulla bandiera della pace".

Il silenzio sulle bandiere di Tito

Sulle bandiere, peraltro, il

Partito democratico fiorentino ci sembra un po' distratto: molto attento a quella della pace ma assente nel condannare i vessili della Jugoslavia di Tito comparse prima in un centro sociale cittadino e poi nella manifestazione antifascista sui fatti del liceo Michelangiolo.

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