I bambini osserverebbero volontariamente il digiuno imposto dal Ramadan, per emulare gli adulti. Questo è quel che sostiene l'imam di Firenze Izzedin Elzir, intervenuto a proposito della polemica scoppiata nei giorni scorsi nel capoluogo toscano. I presidi di alcuni istituti scolastici del territorio comunale e metropolitano si erano detti preoccupati del fatto che sempre più famiglie di fede islamica stiano chiedendo (ed ottenendo) l'esenzione dalla mensa per i propri figli che frequentano le elementari, durante il Ramadan. Se tutto ciò fino a poco tempo fa avveniva per studenti delle superiori, stavolta si tratta anche di bambini di 9 o 10 anni, per i quali i familiari avrebbero disposto il digiuno anche a scuola. Un aspetto sul quale (oltre alla Lega) anche alcuni dirigenti scolastici hanno quindi posto l'accento, in quanto si tratta di richieste che finirebbero a loro avviso per influenzare negativamente anche la socialità (con i bimbi digiuni di fatto "costretti" a guardare i compagni che mangiano in refettorio) e l'attività didattica (perché il digiuno li renderebbe assonnati ed irascibili).
L'imam ha confermato il rispetto del Ramadam anche da parte dei giovanissimi, ma a suo dire non si tratterebbe di una costrizione: sarebbero gli stessi bimbi a voler digiunare per imitare gli adulti. "Sono i bambini che vogliono digiunare per emulare i grandi e dimostrare che sono in grado di fare il Ramadan. Ci sono famiglie che vorrebbero attendere l’età della pubertà, ma i bambini desiderano imitare i genitori - ha dichiarato Elzir al quotidiano La Nazione, in un intervento apparso non privo di tratti surreali - ci sono bambini che dai 6 anni in su fanno il Ramadan perché, come dicevo, in molti casi prevale la voglia di far vedere che si è grandi. Ma le famiglie vogliono una vita sana e tranquilla per i loro figli e non tutte concordano nell’iniziare col digiuno da piccoli. La fede non deve essere una imposizione e nessuno può essere obbligato: il digiuno è una festa per i musulmani, che lo attendono per tutto l’anno. Se non tutti pregano, il digiuno viene invece osservato dalla maggioranza”.
Qualche dirigente scolastico si era poi lamentato del fatto che alcune studentesse musulmane avrebbero chiesto di poter pregare a scuola durante l'orario di lezione. E l'imam sembra aver accolto la segnalazione. "Bisogna pregare cinque volte al giorno. Ma si può ritardare di mezz’ora. La prima preghiera è prima che sorga il sole, alle 5,10. La seconda alle 12,30. La terza alle 15,30, la quarta alle 18,20 col tramonto del sole - ha concluso - e la quinta alle 19,30.
La preghiera della mattina va fatta prima che sorga il sole. Per le altre, si può trovare un accordo col dirigente o il datore di lavoro”. L'ultimo capitolo, in ordine cronologico, di una vicenda che promette di continuare a far discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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