"Le mani alla gola, poi sono svenuta". La rapina choc a Roma

Una giovane chef è stata presa per il collo mentre tornava a casa: è svenuta, poi si è risvegliata tra le auto parcheggiate. Il racconto: "Mi ha stretto la gola. Ho provato a divincolarmi, ma era troppo forte"

"Le mani alla gola, poi sono svenuta". La rapina choc a Roma
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Ancora un'aggressione, ancora una potenziale vittima nelle grinfie di un malvivente, ancora paura per le strade di Roma. La questione sicurezza è un fattore di primo piano che meriterebbe certamente più attenzione nelle città, in particolar modo se si tratta della Capitale d'Italia. Uno degli ultimi episodi ha visto una donna essere attaccata fisicamente da un uomo nella notte tra venerdì e sabato al quartiere Pigneto, dove già in passato diverse ragazze sono state rapinate e alcune addirittura hanno ricevuto minacce con tanto di coltello alla gola.

L'aggressione nel quartiere di Roma

Al centro della vicenda è tristemente finita una chef che - per ovvi motivi di lavoro - stava tornando a casa tardi, una situazione in cui generalmente l'ansia di subire un'aggressione si fa sentire in misura maggiore. Venerdì scorso la giovane di 27 anni è uscita insieme alla sua amica, che ha riaccompagnato a piedi facendole compagnia fino alla sua abitazione. Il motivo è sempre lo stesso: far sì che non accada nulla di spiacevole, visto che al Pigneto non ci si sente al sicuro.

L'orrore si è consumato dopo aver salutato l'amica, quando ormai aveva raggiunto il luogo di destinazione. Tutto è accaduto volecemente, verso le 2:40, in prossimità del portone. "Ho sentito soltanto due passi, poi mi ha subito assalita alle spalle e presa per il collo: ho provato a divincolarmi, ma era troppo forte. Mi ha stretto la gola fino a farmi svenire: mi ha trascinata mentre avevo perso i sensi e abbandonata tra le auto parcheggiate", ha dichiarato la ragazza a Il Messaggero fornendo un racconto inquietante di quanto accaduto.

Ora ha paura, tanto che difficilmente riesce a prendere sonno. D'altronde si tratta di casi destinati a lasciare il segno e che in maniera inevitabile hanno un impatto sulla sfera psicologica del malcapitato. La 27enne ha provato a difendersi ma non ce l'ha fatta: prima di svenire ha tentato in tutti i modi di liberarsi dalla morsa dell'uomo che l'ha afferrata da dietro. La donna non ha visto in faccia l'aggressore, ma ha comunque fornito alcuni dettagli utili: ha capito che era alto e magro; inoltre ha visto il suo braccio "con quel giubbino verde". Una delle sue amiche ha fatto sapere che gli agenti hanno fatto capire che lui "aveva già colpito altre volte".

La paura, le cure e la solidarietà femminile

La giovane si è svegliata a terra sul marciapiede, tra le auto parcheggiate; si è alzata e, dopo aver controllato che non avesse ferite, ha messo le mani nelle tasche e ha preso consapevolezza di non avere più il cellulare e il tabacco. Fortunatamente il cellulare, nascosto in una tasca interna, è rimasto in salvo. La chef si è immediatamente recata nell'appartamento che condivide con altre due ragazze e a stretto giro è stata messa in allerta la polizia ed è stata chiamata un'ambulanza. La 27enne è stata medicata sul posto dai soccorritori del 118; la prognosi è di cinque giorni per un colpo di frusta al collo.

"Abbiamo visto che era sconvolta, aveva il collo arrossato", ha raccontato una delle coinquiline. La donna (che ha presentato denuncia al commissariato di polizia di Porta Maggiore) non è tornata al lavoro e avrà ancora qualche giorno per cercare di riprendersi, anche se sarà un'operazione tutt'altro che facile: "Le ore successive all'aggressione sono state tremende, non sono riuscita a dormire. È stata un'esperienza orribile, ho rischiato di morire e chissà cos'altro avrebbe potuto farmi. Ora va un po' meglio, ma continuo ad avere paura".

Di certo un grande supporto potrà essere fornito dalla solidarietà femminile che è scattata in tempo zero. Una delle sue coinquiline ha pubblicato su Facebook un post per avvertire dell'episodio; all'allarme sono seguite testimonianze di altre ragazze aggredite nella zona. Da qui è partito l'appello per il quartiere di Roma affinché si possa vivere in un contesto di maggiore sicurezza. La voglia di reagire non manca ma la paura è sempre presente, soprattutto perché la 27enne torna a casa tardi per il lavoro. È stata lei ad avanzare l'ipotesi di frequentare corsi di autodifesa, magari insieme alle altre donne aggredite al Pigneto.

Nel frattempo è stato creato un gruppo Whatsapp per tenersi compagnia a vicenda quando rincasano da sole. Ben venga lo spirito di iniziativa autonomo, ma il Comune di Roma deve prendere atto che degrado e violenze non sono tollerabili.

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