Si è conclusa con l'arresto dei suoi aggressori la terribile vicenda che ha visto come protagonista un ragazzo romano. Ad occuparsi delle indagini gli uomini del XIII distretto Aurelio, che sono riusciti rapidamente a risalire all'identità dei responsabili e a ridurre in manette due pusher di Civitavecchia, rispettivamente di 29 e 33 anni.
Rapito e torturato per una questione di soldi
I fatti risalgono allo scorso 29 aprile, quando è scattato l'allarme. Un giovane si aggirava, ferito e sotto choc, in via di Boccea, nel quartiere romano di Montespaccato. A rispondere alle sue richieste di aiuto un operatore sanitario che si trovava sul posto.
In breve sono intervenute le forze dell'ordine, allertate insieme al 118. Prima di essere trasferita in ospedale, la vittima riesce a dare un racconto sommario del calvario subito. La notte precedente aveva raggiunto l'abitazione dei due spacciatori per acquistare della droga e quelli, non essendo stati avvisati del suo arrivo e pensando si trattasse della polizia, avevano gettato l'equivalente di 300mila euro di cocaina nel wc.
Un danno economico decisamente elevato, tanto che i due avevano preteso dal giovane un risarcimento. Non essendo ovviamente in possesso del denaro, il ragazzo era stato quindi aggredito e sequestrato. Secondo il racconto fornito dalla vittima, i due pusher lo avevano costretto all'interno della sua auto per poi portarlo nell'appartamento di Civitavecchia dello zio di uno degli spacciatori. Lì sono avvenute le sevizie.
Le torture
Indicibili gli orrori subiti dal giovane romano. Vessato in ogni modo, legato mani e piedi, minacciato di morte e poi pestato a sangue, il giovane ha dovuto sopportare vere e proprie torture, anche frustate e colpi di catena. Fra le violenze subite, anche ferite inferte con un machete e un coltello, oltre che umiliazioni di vario genere (uno dei suoi aguzzini sarebbe addirittura arrivato a urinargli in bocca). Una notte horror che si è conclusa solo quando la vittima è riuscita a scappare e a mettersi in salvo, trovando l'aiuto dell'operatore sanitario.
"Sono stato sequestrato, insultato e incaprettato dopo essere stato legato ai polsi e alle caviglie", ha raccontato il ragazzo a Il Messaggero. "Mi hanno fatto minacce di morte, dato calci e pugni. Ma anche frustate e catenate. Ma non solo, mi hanno ferito con un machete e con un coltello. Non hanno avuto pietà di me, tanto da arrivare a sputarmi addosso e persino a urinarmi in bocca, oltre a rompermi la mandibola a suon di botte".
Le indagini e i fermi
Subito dopo il ritrovamento del ragazzo sono cominciate le ricerche dei responsabili. Gli agenti della polizia giudiziaria del commissariato di Civitavecchia sono riusciti a identificare i due pusher con l'ausilio dei colleghi del distretto Aurelio.
Grazie alle prove raccolte, il gip ha potuto emettere delle misure cautelati nei confronti dei due, gravemente indiziati per
sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina aggravata, tortura, lesioni personali gravi e indebito utilizzo di carte di credito.A seguito delle violenze subite, il ragazzo torturato ha ricevuto ben 30 giorni di prognosi.
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