Sede di Fratelli d'Italia vandalizzata a Perugia, denunciate due ragazze

Digos e polizia locale hanno individuato i presunti autori del "raid vandalico" ai danni della sede perugina di Fratelli d'Italia concretizzatosi nei giorni scorsi. Si tratterebbe di due ragazze di 18 e 20 anni, denunciate per il reato di deturpamento ed imbrattamento di cose altrui

La sede di FdI vandalizzata a Perugia
La sede di FdI vandalizzata a Perugia
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Ad imbrattare la sede di Fratelli d'Italia di Perugia, disegnando sulla vetrata esterna diversi simboli legati all'ideologia comunista e scrivendovi anche alcune frasi offensive, sarebbero state due ragazze di 18 e 20 anni. Ed entrambe sono quindi state denunciate per il reato di deturpamento ed imbrattamento di cose altrui. Questo è quanto riportato nelle scorse ore dalla testata online PerugiaToday, sulla base di quanto emerso dalle indagini avviate nei giorni immediatamente successivi al blitz vandalico dalle forze dell'ordine. E che sarebbero ormai giunte alla conclusione, arrivando perciò a ricostruire a grandi linee la dinamica di quel che è accaduto circa dieci giorni fa. Tutto era iniziato infatti poco prima dello scorso Ferragosto: era lo scorso 13 agosto quando sulla facciata dell'edificio che ospita il quartier generale umbro di Fratelli d'Italia comparvero alcune frasi inneggianti alla rivoluzione comunista.

Oltre ad alcuni insulti, composti con la bomboletta spray, a coprire parte della facciata del palazzo. "Fasci e infami fanno fritto misto", si leggeva ad esempio su una delle vetrate della sede, presa di mira durante il "blitz vandalico". Le stesse mani hanno poi composto la parola "Rivoluzione", firmandola con falce e martello. E proprio quest'ultimo simbolo sembrava rappresentare una vera e propria firma e togliere ogni dubbio circa paternità e matrice politica dell'azione. Senza contare che chi ha commesso il gesto si è accanito anche sul simbolo stesso di Fratelli d'Italia, "cancellando" con la vernice rossa anche la fiamma che fa parte del logo. Un'azione che si sarebbe consumata nelle ore notturne, per sfruttare l'assenza di potenziali testimoni.

A denunciare l'accaduto furono in primis gli esponenti locali del partito di Giorgia Meloni, per un episodio che ha ben presto travalicato i confini regionali portando anche il senatore Marco Zaffini e il sottosegretario al ministero dell'Interno Emanuele Prisco a stigmatizzare con forza quanto avvenuto. A seguito della denuncia, sul caso era quindi intervenuta la Digos, con la successiva collaborazione della polizia locale. Le indagini sono state condotte anche grazie al supporto delle telecamere del circuito di videosorveglianza della zona, che avrebbero fornito indizi utili per arrivare a rintracciare gli autori del gesto.

Proprio gli "occhi elettronici" si sarebbero infatti rivelati decisivi ai fini dell'indagine, visto che avrebbero consentito agli investigatori di individuare le due giovani. Tutte e due le ragazze sono come detto state denunciate, per un reato che secondo il Codice Penale prevede una multa da 300 a 1000 euro. E a breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.

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