Cgil e Anpi attaccano il centro commerciale: "Il 25 aprile non si lavora"

Cgil e Anpi si sono scagliate a Firenze contro lo slogan ideato da un centro commerciale ("Lo shopping è una liberazione") per reclamizzare l'apertura straordinaria dei negozi durante il 25 aprile, chiedendo ed ottenendo la rimozione dei manifesti. "Il 25 aprile non può diventare uno slogan commerciale. I negozi dovrebbero essere chiusi"

I manifesti rimossi, contestati da Anpi e Cgil
I manifesti rimossi, contestati da Anpi e Cgil

Uno slogan "a tema" pubblicato su alcuni manifesti pubblicitari affissi nella provincia di Firenze, per reclamizzare l'apertura straordinaria della galleria commerciale in occasione del 25 aprile. La Cgil ha però detto "no" scagliandosi con forza (supportata dall'Anpi) contro l'iniziativa, al punto da scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E la direzione del centro commerciale "I Gigli" di Campi Bisenzio (una cittadina dell'hinterland fiorentino) si è quindi vista costretta nelle scorse ore a fare retromarcia, rimuovendo i cartelloni in questione. Continuano insomma gli attacchi delle forze di sinistra al mondo del commercio: pochi giorni fa l'Anpi di Bologna si era scagliata contro i commercianti che hanno deciso di non abbassare la saracinesca durante le celebrazioni di dopodomani, dopo che l'amministrazione PD guidata dal sindaco Matteo Lepore aveva disposto con un'ordinanza la chiusura anticipata alle 19.30 degli esercizi commerciali della zona di via del Pratello.

Cgil Firenze scrive al presidente Mattarella

E ieri, la Cgil di Firenze e le sezioni di Prato e di Firenze dell'Anpi se la sono presa con I Gigli a causa del manifesto pubblicitario utilizzato per pubblicizzare l'apertura dei negozi all'interno della galleria per la giornata di martedì. "Lo shopping è una liberazione" la frase ad effetto scelta per la campagna pubblicitaria, che il sindacato e l'associazione dei partigiani non hanno tuttavia gradito. “La Liberazione dal nazifascismo e tutto quello che ci sta dentro, dalla fine di Auschwitz agli scioperi del ’43 e ’44, non possono diventare uno slogan commerciale - la posizione della sigla sindacale, espressa in una nota pubblicata su Facebook - in quella Piana dove hanno sede i Gigli ci sono state stragi nazifasciste efferate. Provate a dire agli impiccati di Figline di Prato che lo shopping è una liberazione". Di più: Maurizio Magi, segretario della Filcams Cgil Firenze, ha scritto una lettera aperta al direttore del centro commerciale e al presidente Sergio Mattarella, per sollecitare la rimozione dei manifesti ed invitare tutti i commercianti a chiudere per l'intera giornata di martedì.

Il diktat di Cgil e Anpi ai centri commerciali

"Come ogni 25 aprile abbiamo proclamato sciopero nel commercio in Toscana per dare la possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di omaggiare la Liberazione, una delle feste fondanti della nostra Repubblica - si legge nel documento - l’unica liberazione del 25 aprile è quella di far festa, senza andare a lavorare. Altrimenti è la dittatura del commercio sempre, comunque e dovunque. Contro la quale è doveroso scioperare. Chiediamo ai Gigli di rimuovere questo manifesto che è un oltraggio alle vittime del nazifascismo e a chi lo ha combattuto. Rinnoviamo a tutti i centri commerciali aperti il 25 aprile la richiesta di rispettare la festività e chi lavora, tenendo chiuso”.

Parole non dissimili sono state espresse anche dall'Anpi, che ha avanzato le medesime richiesta. E alla fine, i manifesti finiti nell'occhio del ciclone sono stati rimossi: guai ad accostare il 25 aprile al commercio, a quanto pare.

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