Dottoressa aggredita: "Pronta a lasciare il lavoro..."

La 28enne che è stata aggredita mentre era di turno in guardia medica ha affermato che ci stava pensando da tempo e che quanto è avvenuto ha accelerato la sua decisione

Dottoressa aggredita: "Pronta a lasciare il lavoro..."

Adelaide Andriani, la specializzanda di 28 anni che è stata aggredita mentre era di turno in guardia medica a Udine, ha fatto la sua scelta e al vicegovernatore del Fvg, Riccardo Riccardi, ha detto: "Ci stavo pensando da tempo. Lascerò la professione medica. Questo episodio è stata l'occasione per decidere di fare altro". È stato lo stesso Riccardi a dare la notizia al termine di un incontro con Andriani e la collega Giada Aveni, intervenuta in difesa della collega e autrice della denuncia dell’episodio sui social con tanto di foto e video.

Le parole di Riccardi

Il vicegovernatore ha tenuto a precisare che "prima di tutto le due dottoresse stanno bene. Hanno parlato con noi di quello che è accaduto e di come hanno vissuto questa brutta esperienza". Riccardi ha poi aggiunto: "Ci sono diverse misure su cui dobbiamo lavorare insieme all'Azienda sanitaria per migliorare la condizioni di sicurezza del personale sanitario, ma le principali sono l'aumento della capacità di videosorveglianza e della capacità di vigilanza da parte di qualcuno che possa intervenire".

All'incontro era presente anche Denis Caporale, direttore generale dell'Asufc, l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. Riccardi ha infine fatto presente che "fenomeni come questi si stanno ripetendo. Viviamo in una società di tensione, ma comportamenti come quelli che sono accaduti sono oggettivamente ingiustificabili. Dobbiamo migliorare le condizioni di sicurezza degli operatori, creando delle strutture più sicure, sorvegliate e vigilate sia nelle aree urbane, sia in quelle marginali, potenziando la telemedicina".

La brutale aggressione

La giovane specializzanda era stata aggredita lo scorso sabato 7 gennaio dall'accompagnatore di un paziente pakistano che aveva tentato di strangolarla. Solo l'intervento immediato della collega ha evitato che la 28enne potesse avere conseguenze ben peggiori, anche se è stata costretta a ricorrere comunque alle cure da parte del personale sanitario del pronto soccorso. Subito dopo l’aggressione era intervenuto anche l’Ordine dei medici che aveva proposto di prevedere la presenza dell'Esercito e delle forze dell'ordine soprattutto all’interno dei presidi ospedalieri più rischiosi perché situati in aree maggiormente disagiate. Inoltre si starebbe anche pensando di interrompere i turni di notte nelle guardie mediche se il medico lavora da solo, prevedendo anche accordi con il 118 per l'assistenza notturna.

Il presidente della Federazione degli ordini dei medici Filippo Anelli ha infatti spiegato:"Questo potrebbe rappresentare un modello efficace per contrastare il fenomeno delle aggressioni contro i medici e i sanitari".

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