Tutto si muoveva su un doppio binario: da una parte c’era chi creava falsi profili sui social per indurre i giovani clienti ad acquistare, dall'altra si incassavano i soldi pubblici. Questo è ciò che è successo a Roma dove quattro persone sono indagate perché, secondo gli inquirenti, avrebbero truffato lo Stato per 960 mila euro grazie al bonus cultura per i neo 18enni. Ad essere coinvolte nelle truffa sarebbero due librerie della Capitale accreditate per l'acquisto di beni e servizi culturali attraverso il bonus e altri soggetti esterni che si sarebbero prestati nell’orchestrare la cosa.
Pochi giorni fa aveva fatto notizia il fatto che i fondi a disposizione per il finanziamento della misura fossero finiti e che il governo non intendesse stanziarne degli altri, ponendo fine anticipatamente alla fruizione della misura da parte dei 18enni, dato che la scadenza era prevista per il 31 ottobre. Di conseguenza i nati nel 2004 che non hanno ancora fatto domanda non avranno accesso ai 500 euro per le spese di natura culturale, ma l'esecutivo dovrebbe introdurre per il 2024 la Carta Giovani e la Carta del Merito, per sostenere i giovani a beneficiare della cultura.
Le quattro persone indagate, stando alle prime ricostruzioni, avrebbero messo a punto un sistema articolato e ingegnoso per simulare acquisti di libri o materiale scolastico, una delle spese più comuni tra quelle che possono effettuare i neo 18enni. Le librerie romane erano accreditate con il Ministero e, di conseguenza, potevano esaudire le richieste dei giovani che si rivolgevano a loro per acquistare i prodotti che vendevano. Una volta che il neo maggiorenne sceglieva cosa acquistare tramite la 18app - l’unico portale mediante cui si potevano fare compere con il bonus - si genereva un voucher in forza del quale le librerie avrebbero dovuto consegnare il prodotto desiderato dal giovane, per poi incassare i soldi dal ministero.
Secondo le prime informazioni disponibili, non è chiaro se i librai consegnassero la merce richiesta con il buono, ma sembra che in realtà promettessero la monetizzazione del voucher ai diciottenni: dopo aver ricevuto il buono per l’acquisto, i titolari delle librerie provvedevano a inserire i voucher nella piattaforma informatica del Ministero, richiedendo il rimborso integrale dell’importo che, una volta giunto nelle loro casse, veniva in parte consegnato ai giovani compiacenti. Parte dei soldi del ministero sarebbe andata anche a chi procacciava i clienti per le librerie mediante la creazione di falsi profili social su Facebook e Instagram, dove sarebbero state fatte delle offerte falsamente convenienti per gli acquisti.
L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma e, su disposizione della Procura di Roma, sono stati sequestrati beni mobili e immobili nei confronti delle quattro persone indagate per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano:
"L'ennesima truffa sul Bonus Cultura scoperta dalle indagini della Guardia di Finanza conferma la bontà della decisione presa a suo tempo di superare questo strumento con la Carta Giovani e la Carta del Merito"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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