"Portatemi via". Il messaggio disperato alla madre: così si è salvato dalla baby gang

"Mi hanno torturato, portatemi via per favore... Lui non è un mio amico". Il messaggio inviato dall'ennesima vittima dell'ormai famigerata Qbr

"Portatemi via". Il messaggio disperato alla madre: così si è salvato dalla baby gang
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Il rapimento, le botte, le torture, le minacce: un incubo terminato grazie a un messaggio inviato su Whatsapp e alla localizzazione. L'episodio è avvenuto a Verona lo scorso 29 agosto, protagonista l'ormai famigerata baby gang Qbr, che da due anni imperversa dalla periferia al centro città. La vittima del brutale assalto è un ventenne di origini indiane, ex componente della banda con base nel Quartiere Borgo Roma "colpevole" di essersi sfilato dagli ex sodali e di aver sporto due volte denuncia contro gli ex amici: la prima nel 2022 per un sequestro, la seconda nel 2023 per tentata estorsione.

Incubo a Verona

Come ricostruito dal Corriere del Veneto, il giovane è stato rapito attorno alle ore 20.00 di martedì 29 agosto ed è stato torturato per quasi quattro ore. Una volta sequestrato, lo hanno portato in aperta campagna: "Mi hanno costretto a denudarmi, tranne le mutande, mi hanno infilato più volte un ago dentro le unghie... legato le mani, fatto alzare e camminare per 200 metri per poi farmi inginocchiare cominciando a colpirmi con diversi oggetti, fruste in pelle, mazze da legno, sassi... Scoppiavo in lacrime e venivo colpito continuamente con violenza su glutei, schiena, gambe, mani, braccia, piedi, a turno...", la ricostruzione dell'orrore.

Poi, dopo circa un'ora e mezza di violenze, il ventenne è stato riportato nella piazzetta del Quartiere Saval. Nonostante le minacce - fino allo stupro della madre - il giovane ha preso il telefonino e ha chiesto immediatamente aiuto alla madre. "Mamma portatemi via... Mi hanno torturato, portatemi via per favore... Lui non è un mio amico...", la sua richiesta di aiuto seguita dall'invio della posizione via Whatsapp. Un messaggio che gli è valso la salvezza: nel giro di pochi minuti sul posto sono giunti gli agenti della polizia di Verona e in un secondo momento la madre.

I cinque arresti

Gli agenti hanno arrestato il veronese di 23 anni Alessandro Di Franco e altri quattro giovani italiani di seconda generazione, il 24enne di Negrar Frimpong Samuel Benemah, il 29enne Douglas Savi Maykon, il 18enne Rayen Sakaama e il 30enne Adailson de Noite Polucena detto Chris.

Mercoledì sono in programma gli interrogatori, tranne che per due di loro, attualmente positivi al Covid-19: verrano sentiti dalla gip Maria Cecilia Vitolla una volta negativizzati. Per la vittima del brutale pestaggio "policontusioni diffuse agli arti, al tronco e ai glutei da percosse, ematomi e contusioni, abrasioni e lesioni giudicate guaribili in giorni quindici".

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