Vesuvio, terremoto con epicentro nel cono del vulcano

Il terremoto, di magnitudo 2.5, è stato avvertito nei Comuni situati lungo le pendici del Vesuvio e in alcuni quartieri di Napoli. Nessun danno registrato

Da Wikipedia
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Scossa di terremoto nella serata di ieri nel cono del Vesuvio. Il sisma, registrato dalla sala operativa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio vesuviano (Ingv-Ov, ndr) alle 20.50, è avvenuto a 0 km di profondità ed ha avuto una magnitudo di 2.5.

Nonostante la scossa sia stata molto superficiale e con un'intensità più elevata rispetto a quelle che si registrano quasi quotidianamente in tutta l’area vesuviana, che generalmente non raggiungono magnitudo 1.0, in pochi hanno avvertito distintamente il movimento tellurico. I comuni dove il sisma è stato avvertito di più sono quelli situati lungo le pendici del Vesuvio: Massa di Somma, San Sebastiano, Somma Vesuviana, Ottaviano e Sant'Anastasia. Il terremoto è stato avvertito anche in alcuni quartieri di Napoli, seppur in maniera molto leggera.

Non si sono registrati danni a persone o cose. Come spesso avviene in questi casi qualcuno ha commentato il post pubblicato su Twitter dall'Ingv, senza però fare allarmismo. Il Vesuvio, così come i Campi Flegrei, sono vulcani attivi e, per questo, scosse sismiche sono tutt’altro che eventi rari.

A dimostrazione di ciò vi sono gli altri due terremoti registrati nella giornata di ieri: la prima intorno alle 5.29 di magnitudo 1.2 e l’altra alle 21.03 di magnitudo 1. Nei Campi Flegrei, invece, negli ultimi mesi sono stati registrati 52 eventi sismici. Il più forte è avvenuto il 28 ottobre alle ore 5.17 con magnitudo 2.1. Il giorno seguente, alle ore 00.52, altra scossa, questa volta di magnitudo 1.8.

Non va dimenticato lo studio internazionale pubblicato pochi giorni fa sulla rivista "Scientific Reports" e guidato dall’Ingv, con il contributo anche della Scuola Normale Superiore di Pisa, in cui è stato evidenziato che i Campi Flegrei potrebbero toccare un punto critico in 10-20 anni. Dal 2005 è aumentata la velocità del sollevamento del suolo e la frequenza dei terremoti.

I risultati, però, non vogliono allarmare ma rappresentano un stimolo a mantenere alta la guardia sui Campi Flegrei, poiché il loro comportamento potrebbe modificarsi in futuro. Tutto è in divenire e nessuno può fare una previsione precisa.

Il ricercatore Andrea Bevilacqua ha spiegato che il modello preso in esame è valido "solo nell’ipotesi che gli andamenti osservati negli ultimi due decenni proseguano in futuro nello stesso modo".

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