Violenza di gruppo nello stabile occupato: l'incubo di una 30enne

La donna ha denunciato ai carabinieri gli abusi subiti ad opera del compagno e di un amico di quest'ultimo

Violenza di gruppo nello stabile occupato:  l'incubo di una 30enne
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Sarebbe stata stuprata dal compagno e da un amico di quest'ultimo all'interno della stanza di un appartamento collocato in uno stabile di Bologna occupato abisivamente nella quale, peraltro, la coppia vive insieme ai loro due figli piccoli.

La vittima, una donna di 30 anni di origini tunisine, ha deciso di denunciare ai carabinieri i due presunti responsabili, portando alla luce una squallida vicenda di abusi che si è consumata in un palazzo Acer di via Carracci la cui occupazione abusiva, avvenuta all'incirca otto mesi fa, è stata guidata a suo tempo dal collettivo Plat. Nell'edificio, dove ha trovato alloggio anche la famiglia della 30enne, vivono tuttora un centinaio di persone, una trentina delle quali di minore età.

Quel giorno, secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, la donna si era allontanata dallo stabile in stato di forte choc ed aveva chiesto aiuto presso l'ufficio della Polfer sito nelle vicinanze. La tunisina, tuttavia, si era limitata a riferire agli agenti semplicemente di sentirsi male. Dopo la segnalazione della polizia, sul posto era giunta un'ambulanza, che aveva condotto la donna al pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore di Bologna. È solo a questo punto che la vittima ha deciso di rivelare ciò che era accaduto ai medici del nosocomio, facendo di fatto scattare il "Protocollo Eva" anti-violenza. Protocollo che prevede ovviamente anche il coinvolgimento delle forze dell'ordine: sono stati i carabinieri della compagnia Bologna Centro a raccogliere la testimonianza della vittima e a dare avvio alle indagini sul caso.

La 30enne ha raccontato agli inquirenti delle ripetute violenze a cui il marito la sottoponeva, anche davanti ai figli, e del fatto che quel giorno dopo le botte l'avesse costretta a subire un rapporto sessuale prima con lui e successivamente anche con un suo amico. L'esito degli esami medici condotti sulla paziente ha rivelato la veridicità del suo racconto, per cui il procuratore Giampiero Nascimbeni ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata, affidando agli uomini dell'Arma il compito di seguire il caso.

Un caso reso ancora più complesso dalla difficoltà di reperire informazioni ed effettuare indagini approfondite per via dell'estrema ostilità nei confronti delle forze dell'ordine da parte degli occupanti abusivi dello stabile di via Carracci.

La 30enne è stata affidata alle cure del Pris, che prenderà sotto la propria ala anche i figli della donna, mentre i carabinieri si stanno occupando di chiarire la posizione del compagno e quella dell'amico. Gli inquirenti sono comunque già riusciti a risalire all'identità di quest'ultimo: si tratta di un nordafricano senza fissa dimora, anch'egli facente parte del gruppo di occupanti abusivi dello stabile di via Carracci.

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